Gallery
Riccardo Costantini Contemporary nasce come nuovo progetto nel gennaio 2013. La galleria promuove ed espone artisti nazionali e stranieri, emergenti ed affermati, operando esclusivamente nel mercato primario con particolare attenzione, ma non solo, alla scena internazionale e a tutti i mezzi espressivi dell’arte contemporanea: pittura, fotografia, video, scultura e arte installativa.
Apertura al pubblico: mar-sab – 11/19
Exhibits
15.09.2023 - 11.11.2023
opening: 14.09.2023
15.09.2023 - 11.11.2023
Gianni Colosimo e Luisa Bruni “Don Yuan – C’è del latte e del miele sotto la tua lingua” con un testo di Gianluigi Ricuperati e il coordinamento curatoriale di Marco Enrico Giacomelli. In una scenografia avvolgente ed evocativa gli artisti, che per la prima volta firmano una mostra insieme, realizzano un progetto di natura installativa-ambientale dedicato alla Cina. Il tema della mostra di Gianni Colosimo “Wallpaper – Il vortice del desiderio è privo d’orizzonte”, presentata nel 2006 nella galleria PACK di Giampaolo Abbondio a Milano, in cui i visitatori si trovavano immersi in uno scenario composto da centomila banconote da un dollaro, trova una nuova declinazione in questo inedito progetto espositivo. L’estetica non è più quella minimale della mostra del 2006 ma vive di pattern appositamente realizzati che rimandano a un’iconografia orientale. In tale contesto sono esposte opere ispirate alla storia dell’epopea cinese dalla caduta dell’impero ai giorni nostri. Colosimo e Bruni indagano la straordinaria ascesa della Repubblica Popolare Cinese mettendo in evidenza, con forte spirito provocatorio, le peculiarità e le contraddizioni della nazione che oggi contende agli Stati Uniti la supremazia politica, economica e culturale. Gli artisti si sono avvalsi del contributo sonoro di Paolo Dellapiana per fornire un’esperienza più completa e immersiva dell’installazione. La mostra è in collaborazione con la galleria Giampaolo Abbondio.
Gianni Colosimo (1953) inizia la sua attività artistica come performer. Nel 1978 crea la performance “Freud mein Freund” presso la galleria Multipli di Giorgio Persano. Tra il ’78 e l ’81 si trasferisce a Roma dove svolge la sua attività nell’ambito della ricerca teatrale producendo alcune performance fra cui “Il grande sonno della trapezista” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel ’78 e ’81 su invito di Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, partecipa alla Seconda ed alla Quarta Settimana Internazionale della Performance di Bologna. Nel 1981 viene invitato dall ‘ICC di Anversa dove ripropone la performance “L’uomo di Cosenza”. Nel 1982 partecipa alla mostra “Una generazione Postmoderna” presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Tra l’82 ed il ’90 realizza numerose performance tra cui “L’ultimo sogno di Piero Manzoni” alla Galleria Martano di Torino. Negli anni Novanta inizia a produrre le prime opere pittoriche e la performance “Nutella Gutemberg”. Nel 2006 realizza l’ormai celeberrima installazione “Wallpaper- Il vortice del desiderio è privo d’orizzonte” dove tappezza l’intera galleria Pack di Milano con 100.000 biglietti da un dollaro. Due anni più tardi la stessa installazione viene riproposta a Roma presso Motelsalieri . Sempre nel 2008 è invitato da Francesco Poli a partecipare alla Biennale di scultura di Carrara . Tra il 2009 ed 2010 Colosimo elimina lo spazio fisico istituzionale della galleria per creare una mostra dal titolo “Il silenzio incestuoso della mia ombra ferita” utilizzando le pagine di quattro riviste d’arte : Artforum, Exibart, Mousse e Nero. Rispettivamente nel 2009 e 2010 realizza le performance “Ultimo frammento onirico di un cuore bizantino infranto” presso il Teatro Carignano di Torino, e “Obsoleti cani randagi con un sapore di cenere in bocca” durante il vernissage di Artissima. Nell’estate del 2011, su invito del direttore Laurent Le Bon, presenta l’esposizione personale “L’arte contemporanea raccontata ai bambini” presso il Centre Pompidou-Metz; la stessa mostra viene riproposta l’anno successivo presso La Sucriere di Lione. Nel 2013 per Marble Week di Carrara realizza la mostra “L’arcana profezia delle sette vacche tibetane”. Nel 2014 viene invitato da Maria Teresa Roberto a partecipare con la mostra “Il grande sonno della trapezista” alla sezione Surprise della GAM di Torino; nello stesso anno espone da Riccardo Costantini e a “The Bank” a Torino. Maurizio Cattelan nel novembre 2014 rende omaggio a Colosimo (ed a Hans-Peter Feldmann) incaricando l’artista citazionista Eric Doeringer a creare un ‘installazione con 40.000 dollari presso la scalinata di Palazzo Cavour a Torino sede della mostra “Shit and Die”. Nel 2015 presenta la mostra personale presso la galleria Giacomo Guidi di Roma dal titolo “Resurrezione”; Sempre nel 2015 la mostra di un solo giorno “Il ritorno dell’Uomo Raggio” alla galleria Riccardo Costantini – Torino; nel 2016 negli stessi spazi, la mostra personale “Uneasiness – Elegia del silenzio e del buio” durante la quale realizza la performance “Deposizione”. Inaugurata nell’ottobre del 2017 fino al gennaio 2018, la mostra insieme a Franko B e Cosimo Cavallo “In ostaggio di loro stessi”. Nel 2018 partecipa alla collettiva, a cura di Marco Enrico Giacomelli, “Via del sale 2018”, e viene invitato a realizzare un’opera site-specific al festival Art Sur a La Victoria in Spagna. Nel 2019 è uno degli artisti della mostra “Significato = (parola + simbolo)4” presso GSF Contemporary Art a Torino.
Luisa Bruni I suoi studi artistici iniziano all’Istituto d’Arte (triennio sez. Oreficeria, biennio sez. Tessuto); dopo essersi diplomata a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Roma in pittura ha frequentato la scuola dell’Arte della Medaglia del Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) dove ha iniziato ad amare la lavorazione della cera, tecnica che utilizza per creare le sue opere in oreficeria. Ha partecipato a varie mostre personali, collettive e fiere sia in Italia che all’estero. Particolarmente significativi sono stati l’invito ad esporre al MAD (Museum of Art and Design) di New York nel 2012, al Padiglione Italia presso lo Shanghai Italian Center in collaborazione con la Triennale di Milano e al Museo del Risorgimento in collaborazione con IPZS nel 2013. Ha ricevuto vari premi per il suo lavoro tra cui “Miglior design innovativo” al Macef 2010 con la serie “PLINK” e il premio internazionale del S.Eligio “Gioielloinarte” con la collana “Horror Vacui” inspirata a Klimt e i suoi pezzi sono inclusi in varie collezioni private tra cui la Olnick-Spanu. Oltre alle riviste prettamente di settore si sono occupate del suo lavoro anche “Arte e Critica”, “Ottagona” ed “Espoarte”.
09.06.2023 - 29.07.2023
opening: 08.06.2023
09.06.2023 - 29.07.2023
h. 18:00
Nel loro insieme, i lavori in mostra costituiscono un lungo racconto dal 2020 a oggi. Tre cicli accomunati dal materiale della carta, dal processo creativo dell’ordito e della trama, con cui costruisce “testi” che esprimono stati emotivi, denunce e racconti, insieme da condividere e da esorcizzare.
Sono serie che testimoniano una vicenda personale e collettiva fatta di arresti e ripartenze, di sgomento e speranza, connotata da una pandemia prima, che ha rivoluzionato, o avrebbe dovuto farlo, la visione del mondo e dei suoi valori, dell’individuo e della comunità, e da una guerra poi.
Il titolo della mostra è un un verso tratto dalla poesia di Mariangela Gualtieri Noi tutti non siamo soli, che sembra tradurre in lirica l’intimo sentire del lavoro di Silvia Beccaria.
L’artista, per istinto, crea vere psicogeografie di carte, con le mani spezza letteralmente la superficie del foglio della pagina, sia essa una cartina, un libro, uno spartito musicale, un disegno. Lo frammenta in striscioline cartacee, segmenti di un nuovo materiale che impasta, che cuce, intreccia e trasforma in filo visivo e narrativo. Silvia strappa, toglie, interrompe. Silenzia la storia ufficiale, di scena, per far emergere altri echi attraverso la mancanza, la frattura. Crea delle interferenze, delle faglie da cui sorgono sussurri, evanescenze, vapori. Ascoltare ciò che manca. L’intesa fra tutto ciò che tace (ancora un verso della poesia di Mariangela Gualtieri). La sua è infatti una ricomposizione, una ricerca di quel materiale invisibile che emerge dagli strappi, dalle trame che scardinano ordini per crearne altri. Ibridi di carte scritte, stampate, dipinte.
Una questione di radici, come quelle delle piante del pianeta, che, occultate dalla crosta terrestre, sono unite in una rete costituita da miceli, una grande comunità interconnessa. Come un ricamo infinito e vitale di elementi in divenire, che accoglie frammenti anche opposti e li ricompone in un disegno universale. A quest’immagine ideale Silvia Beccaria si ispira.
SHORT BIO
Silvia Beccaria vive e lavora a Torino.
E’ un’artista visiva che utilizza l’intreccio come medium espressivo. Dopo una Laurea in Filosofia e un Master in Arteterapia presso l’Università di Torino, ha iniziato un percorso di studi sotto la guida dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs.
Per molti anni ha elaborato progetti didattici utilizzando l’arte come strumento di riabilitazione ed educazione e ha collaborato con il Dipartimento Educazione del Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli.
Il progetto di Silvia prende vita dal senso dell’arte dell’intreccio che contiene, nel suo significato più profondo, il concetto della scrittura e del racconto. Intrecciare è infatti l’arte del comporre una trama così come si fa con la penna su un foglio di carta….
Silvia realizza installazioni e sculture. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche tra cui citiamo: Fondazione Garuzzo, La Castiglia Saluzzo; Collezione civica di Fiber art Trame d’Autore-Città di Chieri; Collezione civica arte contemporanea-Città di Moncalieri.
Ha partecipato a varie mostre in Italia e all’estero, tra le quali: Triennale Design Museum (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino); Casina delle Civette-Musei di Villa Torlonia (Roma); Center for the Arts-Casa Colombo (Jersey City, NJ, USA); Museo delle Mura Aureliane (Roma); Palazzo Collicola-Arti Visive (Spoleto, Perugia); Museo Antiquarium Parra Oppidum degli Orobi, (Parre, Bergamo); Misp-Museo arte del XX e XXI secolo (San Pietroburgo, Russia); Museo del Setificio Piemontese Il Filatoio (Caraglio, Cuneo); Convento São Francisco (Coimbra, Portogallo)
06.05.2023 - 03.06.2023
opening: 05.05.2023
06.05.2023 - 03.06.2023
ore 18
partecipa a OUVERTURE
sabato 6 maggio ore 17 – 23
La galleria Riccardo Costantini Contemporary presenta nei propri spazi “Di sola andata…”, personale di Pierluigi Fresia che torna ad esporre in un solo show a Torino dopo circa dieci anni.
In mostra una serie di lavori fotografici, in buona parte inediti, il cui consueto approccio concettuale rende il lavoro dell’artista singolare e distintivo, arricchito da una eleganza formale che da sempre contraddistingue le sue opere.
Il titolo “Di sola andata…” aiuta a comprendere la progettualità dell’artista che si esplicita, in parte, attraverso il percorso espositivo ma che nel particolare ci offre una gamma ampia di metaletture.
Per uno spunto interpretativo al lavoro di Fresia, ecco un breve estratto del 2021 del curatore Elio Grazioli:
“[…] L’originalità della soluzione individuata da Fresia è quella di aver messo in relazione immagine fotografica e parola in un modo diverso da quanto visto finora, un rapporto al centro di tanta arte dell’ultimo secolo, in particolare da quella detta concettuale in poi. Scrivere dentro l’opera o addirittura sopra l’immagine crea un effetto straniante e strabiliante che egli sa sfruttare al massimo. Un effetto poetico innanzitutto, come una sorta di versione contemporanea dei dipinti orientali con haiku integrato nella composizione. Fresia lo ha saputo portare a un punto particolare in cui le parole, le brevi frasi, sembrano nascere insieme all’immagine, come un pensiero che scaturisce davanti a ciò che l’artista vedeva in quel momento e che ora vediamo noi. Lo scatto fotografico diventa così uno scatto di immagine e pensiero al contempo: ancora una volta ci si permetterà il gioco sull’etimologia della parola “fotografia”, che è proprio “scrittura di luce”, qui dunque in un senso che unisce la scrittura verbale a quella della luce. […]”
I testi della mostra “Di sola andata…” sono dello storico dell’arte Francesco Tedeschi e dell’artista Luca Scarabelli.
18.03.2023 - 29.04.2023
opening: 17.03.2023
18.03.2023 - 29.04.2023
ore 18:00
Il titolo è tratto da una riga di un sonetto poetico di Alda Merini.
Queste le parole dell’autore che descrivono perfettamente il lavoro in mostra:
“Ho immaginato le fotografie degli alberi alla fine degli anni ’80 e tra il 1990 e il 1996 ho realizzato la maggior parte delle tele. Si tratta di fotografie in bianco e nero in grande formato, stampate su tela emulsionata a pennello con una gelatina fotosensibile ai sali d’argento. Spesso sono intervenuto anche sul negativo con delle pennellature di rossetto fotografico per isolare i soggetti dallo sfondo.
Desideravo proporre delle presenze terapeutiche, evocando negli ambienti in cui si abita figure che vivono negli spazi aperti direttamente sotto il cielo. Ancora oggi gli alberi continuano ad attirare la mia attenzione di ritrattista, e ho anche realizzato fotografie di frutti nelle quali converge l’interesse all’elemento naturale con quello dell’alimentazione, che ha condotto e tuttora guida la mia indagine fotografica. Negli anni ho prodotto anche stampe più piccole, con la tecnica del platino palladio. […] ”
Biografia
Simone Casetta è nato a Milano nel 1961, e ha iniziato giovanissimo a lavorare come assistente presso lo studio e nella camera oscura dei fotografi Luciano Ferri e Gianni Greguoli.
Dall’inizio degli anni ’90 l’attività si è concentrata sul reportage sociale, il ritratto e sulla ricerca personale, con la produzione di numerose serie di immagini realizzate in Europa, Romania, Sudan, Ruanda, Zambia, Somalia, Ciad, Kenia, Tanzania, Marocco, Pakistan, Cambogia, Argentina, Costa Rica, Nicaragua.
Ha collaborato e pubblicato con le seguenti testate: Abitare, Amica, Anna, Brigitte Woman, Capital, Corriere della Sera, Der Spiegel, Die Zeit, Domus, Dove, Focus DE, Gente Viaggi, Gioia, Gulliver, Handelsblatt, Insieme, Internazionale, Io Donna, Lei, Le Monde2, Photo Italia, Pubblico, Pubblicità Domani, Quark, Sette, Sportweek, Stern, Travesias, Vogue Gioiello, Vogue Sposa.
Principali esposizioni personale e collettive
– Mostra personale “Poesia in posa” 22 stampe al platino palladio dal Registro Fotografico dei Poeti di Lingua Italiana; Fondazione Pasquinelli, Milano 2022
– Mostra collettiva “Horizons” a cura di Marcello De Masi e Xavier Marocco; Parigi, Ecole La Bonne Graine, Francia 2020
– Mostra personale “Registro Fotografico dei Poeti Italiani”, Pro Grigioni Italiano, Valposchiavo – Poschiavo CH, novembre 2019– Mostra personale “Chios, frontière ouverte ?” mostra a cura di Xavier Marocco e Marcello de Masi, Théâtre Sénart Scène Nationale, Sénart, Francia 2019
– Mostra collettiva “La bellezza resta” a cura di Simona Bartolena; L’Aquila, Chiusa, Italia 2018
– Mostra personale “Fuori Campo” retrospettiva a cura di Xavier Marocco e Marcello de Masi, Galleria HorsChamp, Sivry-Courtry, Francia 2017
– Mostra personale “Ritratti del Poetico” a cura di Martina Biondi, Chiesetta della Villa Gola, Olgiate Molgora 2015
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Galleria Blanchaert, Milano, giugno 2013
– Mostra personale “Fanno finta di non esserci…” – Ferrara, ottobre 2012 – spazio espositivo Dosso Dossi
– Mostra personale “Registro fotografico dei poeti italiani” (presentazione del progetto) Spazio Binario 7, Monza 2012– Mostra personale “Des Nues…”, Galerie HorsChamp, Sivry-Courtry, Francia 2012
– Mostra collettiva “I fotografi guardano Milano”, Galleria Belvedere, Milano 2010
– Mostra collettiva – “West” galleria Westlicht, Vienna, Austria 2009– Mostra personale “La fabbrica del latte” Milano, Brescia, Rezzato, Parma, Modena, Bologna, Ancona, Chiaravalle, Fabriano – Italia 2008-2009
– Mostra collettiva – “I come Infanzia”, Palazzo delle Stelline, Milano Italia 2002
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Galleria Grafio, Prato Italia 2001
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, stampe al platino palladio e a colori, Studio Ciocca, Lugano CH1999
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Luisa via Roma, Firenze Italia 1997
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Spazio Opos Milano Italia 1995– Mostra collettiva – Kodak Cultura “Il ritratto”, Galleria Diaframma Milano Italia 1995
– Mostra personale – Festival Campsirago teatro, Campsirago Italia 1994
17.02.2023 - 11.03.2023
opening: 16.02.2023
17.02.2023 - 11.03.2023
Nell’ambito di Novissimi+, la prima edizione del bando To.Be dedicato alla crescita professionale di artistə emergenti, provenienti da un percorso di formazione presso l’Accademia Albertina di Torino, l’Associazione Ghёddo e Riccardo Costantini Contemporary presentano Possibili gradazioni di profondità, mostra bi-personale di Chen Meiheng e Chiara Milione.
La proposta espositiva, curata dall’Associazione Ghёddo e ospitata negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary si inserisce in un programma più ampio di mostre che prevede la collaborazione tra artistə e spazi d’arte contemporanea del territorio torinese. L’intero progetto è realizzato con il supporto e il patrocinio dell’Accademia Albertina di Torino e della Città di Torino e con il sostegno della Fondazione Venesio.
La mostra trae ispirazione dalle molteplici tonalità espressive scaturite dalle opere grafiche di Chen Meiheng e Chiara Milione. Provenienti da una formazione in grafica d’arte, le artiste lavorano con la xilografia e l’incisione, seguendo un approccio personale e antiaccademico. Accanto a lavori più tradizionalmente grafici, ve ne sono altri dal carattere sperimentale e installativo, che sfidano la superficie bidimensionale e offrono al segno grafico infinite gradazioni di profondità.
Il progetto espositivo è concepito come un omaggio alla grafica d’arte e alle possibilità espressive offerte dal mezzo. Questa disciplina, per il gallerista Riccardo Costantini, cela un coinvolgimento intimo e familiare in ricordo della galleria d’arte Il Torchio, aperta dai suoi genitori negli anni Ottanta a Milano e da lui guidata fino al 2010.
«Questa mostra è un tributo alla storia della mia famiglia, perché i meravigliosi lavori di grafica proposti da Chen e Chiara sono un dolce ritorno alle nobili origini di questo mezzo espressivo, utilizzato dalle due artiste per generare attualissime creazioni di arte contemporanea» – afferma il gallerista.
Biografia artiste
Chen Mehieng [1995] vive e lavora a Torino. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di XI’AN in Cina, suo Paese di origine, si trasferisce in Italia, seguendo il corso di Grafica d’Arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove si diploma nel 2022. L’opera di Mehieng analizza i frammenti del mondo percepito dall’artista, una realtà che è allo stesso tempo comune e intima. Nella sua ricerca multidisciplinare, l’artista tende a prediligere la grafica e l’incisione per la sensibilità del nero e delle linee che si possono ottenere.
Chiara Milione [1997] vive e lavora a Torino, dove sta ultimando gli studi specialistici di Grafica d’Arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti. Livornese di nascita, nel 2016 inizia il suo percorso universitario presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, indirizzo Pittura. Qui inizia a ricercare un proprio linguaggio personale che la porterà ad appassionarsi all’incisione e alla xilografia. Attraverso la sua ricerca espressiva, indaga la natura e il paesaggio, inizialmente con uno sguardo microscopico finalizzato alla comprensione degli elementi circostanti, in seguito con una maggiore attenzione emotiva verso ciò che spesso non viene osservato e di cui non ci si prende cura.
Biografia Associazione Ghёddo
Ghëddo è un’associazione culturale attiva a Torino dal 2021 con l’obiettivo di organizzare progetti culturali per valorizzare e promuovere la giovane arte emergente. L’associazione mira a creare una rete dinamica tra artistə, gallerie e spazi indipendenti del territorio, favorendo esperienze di cooperazione al fine di costruire un legame solidale e generare dinamiche di scambio umano, etico, artistico. Ghëddo è: Stefania Balocco, Francesca Bernardi, Olga Cantini, Chiara Cosentino, Rachele Fassari, Davide Nicastro, Barbara Ruperti.
In occasione dell’inaugurazione sarà possibile degustare un drink proposto da “Sciarada – Bistrò e Miscelati”, ispirato alla mostra.
La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti
Nella project room della galleria, Riccardo Costantini Contemporary presenta la collettiva “La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti“. Il titolo è tratto da un aforisma di Pablo Picasso che così si completa: “… è uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico.” La frase, nella sua completezza, risulta attuale e provocatoria in tempi in cui l’arte in genere, non solo la pittura, viene interpretata molto spesso quale mero mezzo speculativo, perdendo quindi la sua natura più nobile.
I sei artisti in mostra sono stati selezionati fra coloro che già lavorano con la galleria o che esporranno prossimamente
16.12.2022 - 11.02.2023
opening: 15.12.2022
16.12.2022 - 11.02.2023
Per la prima volta Francesco Poli si allontana dal suo ruolo di storico dell’arte e critico ed espone i propri disegni, una serie di opere a pastello su carta metafisico-ironiche. I soggetti dei suoi lavori sono scene di vita quotidiana, dove la figura umana non è necessariamente rappresentata ma è sempre presente. L’apparente semplicità dei temi trattati viene rotta da elementi stranianti, situazioni surreali o divertenti, ad esempio: un libro in un piatto di spaghetti, cumuli di spazzatura, incendi o personaggi in fuga.
Racconti per immagini sono anche i lavori di Nata Rampazzo, disegni e narrazioni parte di Zettel, insieme di storie, pensieri, impressioni. Anche qui il riferimento a scene e ambienti della vita quotidiana si lega a riflessioni sulla società e sui rapporti interpersonali. Zettel è infatti una storia segmentata e ironica, in cui si intrecciano diversi racconti e personaggi semi-reali, una narrazione complessa e immediata.
Un invito all’azione presente nei lavori di entrambi gli artisti, con la scritta “Action this Day” in alcuni lavori di Poli e con il riferimento alla dimensione psico-sociale in Rampazzo, in un’atmosfera sospesa, con storie che rimangono appunto sospese e rimandi tra un lavoro e l’altro.
In occasione della mostra sono state selezione 20 tra le più di 300 illustrazioni di copertina che Nata Rampazzo ha ideato per Editions Mille et une Nuits, creata nel 1993 sul modello italiano di Mille Lire (libretti da mille lire), che sono diventate i soggetti di magliette d’autore realizzate insieme a mots-valise di Paola Ghigo e Laura Piglione.
orari: da mar. a sab. 11:00 – 13:00 | 15:00 – 19:30
28.10.2022 - 10.12.2022
opening: 27.10.2022
28.10.2022 - 10.12.2022
La galleria partecipa a:
TORINO ART GALLERIES NIGHT #25
SABATO 5 NOVEMBRE 2022 ore 17,00 – 24,00
&
TAG Art Coffee Breakfast
venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 novembre dalle ore 9:30 alle ore 12.
“Je ne peins pas les choses mais les différences entre les choses.” (H. Matisse)
(“Io non dipingo le cose ma le differenze tra le cose”)
Simone Stuto (Caltanissetta 1991, vive e lavora a Torino) presenta la sua nuova personale “Les différences entre les choses” negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary a Torino.
La mostra si compone di una serie di nuove opere pittoriche che spesso si ispirano all’iconografia della tradizione, con rimandi a tratti rinascimentali, senza mai perdere le caratteristiche dell’estetica contemporanea. Il risultato spinge l’osservatore a viaggiare fra lo spazio saturo di figure irreali accentuate da un forte dinamismo compositivo, generando un continuo dualismo fra spirito e materia e fra bellezza e mostruosità. Le opere più consuete caratterizzate dal solo disegno, lasciano sempre più spazio alla nuova produzione in cui la pittura e il colore divengono elementi dominanti e dove l’approccio prospettico si allontana dall’impostazione accademica in un prodotto artistico sempre più vicino alla pittura internazionale contemporanea.
Simone Stuto
_______________ENGLISH VERSION
Les différences entre les choses
10.27 | 12.10 2022
opening: Thursday October 27 2022 – 6PM
“Je ne peins pas les choses mais les différences entre les choses.” (H. Matisse)
(“I don’t paint things but the differences between things”)
Simone Stuto (Caltanissetta 1991, eh lives and works in Turin) presents his new solo show “Welcome Painting” at Riccardo Costantini Contemporary gallery in Turin.
The exhibition consists in a series of new paintings that are often inspired by traditional iconography, with references to Renaissance features, without losing the characteristics of contemporary aesthetics.
The result takes the observer to travel between the space saturated with unreal figures accentuated by a strong compositional dynamism, generating a continuous dualism between spirit and matter and between beauty and monstrosity. The most usual works, characterized by the use of drawing on any support, leave more and more room for new production in which painting and color become dominant elements, and where the perspective approach moves away from the academic setting in an artistic product increasingly closer to contemporary international painting.
16.09.2022 - 22.10.2022
opening: 15.09.2022
16.09.2022 - 22.10.2022
La mostra di Nicola Ponzio “Cose pensate, esposte, scritte” è un progetto artistico che si avvale di differenti mezzi espressivi. Nell’opera dell’artista è consueta l’indagine della pittura come mezzo espressivo attraverso l’elaborazione di lavori che spaziano dalla fotografia fino a elaborati artistici più concettuali. Alle caratteristiche che si riconoscono nell’analisi della pittura quali colore, luce, forma e materia l’artista aggiunge l’elemento “tempo”: opere che quindi si modificano attraverso trasformazioni che sono documentate dalla fotografia o di opere che presentano lente modifiche attraverso l’utilizzo di sostanze oleose miste a colore e oggetti fluttuanti. Infine alcuni lavori che l’artista ha realizzato impaginando un numero considerevole di definizione di colore, raccolte in anni di indagine sul web, e che diventano a loro volta pittoriche.
13.07.2022 - 10.09.2022
opening: 12.07.2022
13.07.2022 - 10.09.2022
Enzo Gagliardino
In limine
a cura di Virginia Fungo
12 luglio | 10 settembre 2022
Ferdi Giardini
dammi ancora colori per vivere
12 luglio | 10 settembre 2022
Martedì 12 luglio alle ore 18 presso gli spazi della galleria Riccardo Costantini Contemporary in via Goito, 8 a Torino, doppia inaugurazione delle mostre di Enzo Gagliardino “In limine” e, nella project room, di Ferdi Giardini “Dammi ancora colori per vivere”
Enzo Gagliardino presenta una serie di lavori pittorici inediti e alcune opere degli anni Ottanta. Qui di seguito il testo di Virginia Fungo:
In limine apre la raccolta Ossi di seppia, soglia della raccolta ma anche tema ricorrente dell’opera montaliana come confine tra prigionia esistenziale e libertà. Quest’ultima inseguita dall’essere umano nelle maniere più differenti, adattandosi a vivere in diversi contesti, in cui trascorrere un’esistenza caratterizzata dalla ricerca di un luogo da trasformare nella propria ‘zona di libertà’. Ad oggi, la maggior parte degli uomini vive in un contesto urbano, nella città con tutti gli edifici che ne sono parte: case, uffici, ospedali, carceri, piazze, campetti. Nel corso del tempo, si instaura uno scambio reciproco tra uomo, città e architettura: il contesto urbano influenza le abitudini dell’uomo, il quale poi modifica il luogo in cui vive, nell’intento di trovare un equilibrio tra il senso di costrizione legato al vivere in un determinato tipo di società e la libertà individuale.
In questa ricerca del proprio luogo ideale, ciascuno di noi cambia abitazione, ne vive in maniera personale l’interno, anche in base alle proprie possibilità economiche e sociali. Spesso da bambini succedeva (almeno a me) di passare per strade e vie, percorrere tratti in auto o in treno e guardare le facciate e le finestre di case, uffici, ospedali, immaginandosi le vite delle persone che si trovavano al loro interno. Passando da case sfarzose a case popolari, figurandosi anche le differenti abitudini e stati d’animo degli abitanti in base alla tipologia di casa.
La stessa sensazione si prova guardando gli edifici oggetto della ricerca artistica di Enzo Gagliardino, che ne dipinge le facciate, le finestre, gli elementi costitutivi, ma in un modo che porta a interrogarsi su ciò che è oltre al visibile, su chi e ciò che sta dietro alla facciata, le vite dietro al muro di mattoni. Trovandosi così sulla soglia tra l’esterno di palazzi dipinti e le situazioni dietro di essi, che spetta a noi immaginare; la presenza umana è assente, ma è proprio in questa assenza che ne possiamo fantasticare invece l’esistenza al di là delle finestre e delle pareti. I muri degli edifici legati alla periferia, che spaziano da case popolari a scuole, campi da calcio, fabbriche, carceri sono rappresentati in modo geometrico ed essenziale diventando anonimi e difficilmente riconoscibili: elemento che divide l’interno dall’esterno, che protegge e allo stesso tempo limita.
Nei lavori di Gagliardino si ripetono griglie, prospettive e spazi sempre simili, tanti estratti dell’atmosfera delle città di mattoni e cemento in cui viviamo, di quei luoghi anonimi e talvolta stranianti in cui abbiamo abitudini indotte e consuetudini che mettono in forse la personalità individuale. In un modo che, talvolta, può diventare inquietante: nell’omologazione al luogo e allo stile di vita, nel sentirsi indissolubilmente legati alla propria condizione, a una ricerca del proprio posto nel mondo e della felicità che viene costantemente interrotta, mai raggiunta. Ma, allo stesso tempo, questi sono i luoghi in cui possiamo costruire il nostro io e cercare la libertà: nella socialità di una partita a calcio in un campetto di periferia come nelle personali abitudini domestiche. Ecco allora che quei muri, quelle facciate di mattoni, oltre a essere protezione o limite e un confine, sono anche terra di mezzo tra consuetudini e costruzione del sé, soglia in cui si snoda il continuo intreccio tra senso di prigionia e slancio verso la libertà, con l’azione che entrambi esercitano sull’altro.
Virginia Fungo
Ferdi Giardini presenta nella project room una opera installativa di alluminio, trasformato con la consueta sapienza alchemica dell’artista torinese, e led. Si tratta di un’opera di rara bellezza formale che offre continuità alla ricerca dell’artista nell’applicazione della luce a opere scultoreo/installative.
Scheda degli eventi:
Autore: Enzo Gagliardino
Titolo: In limine
Curatore: Virginia Fungo
Date: 12 luglio – 10 settembre 2022 (chiuso dal 5 al 25 agosto)
Inaugurazione: martedì 12 luglio 2022 ore 18:00
Sede: via Goito, 8 – Torino
Orari: da mar. a sab. 11:00 – 13:00 | 15:00 – 19:30
Informazioni:
Riccardo Costantini Contemporary
tel. +39 011 19226893
e-mail: info@rccontemporary.it
Autore: Ferdi Giardini
Titolo: Dammi ancora colori per vivere
Date: 12 luglio – 10 settembre 2022 (chiuso dal 5 al 25 agosto)
Inaugurazione: martedì 12 luglio 2022 ore 18:00
Sede: via Goito, 8 – Torino (project room)
Orari: da mar. a sab. 11:00 – 13:00 | 15:00 – 19:30
Informazioni:
Riccardo Costantini Contemporary
tel. +39 011 19226893
e-mail: info@rccontemporary.it
27.05.2022 - 01.07.2022
opening: 26.05.2022
27.05.2022 - 01.07.2022
noun
(in fishing etc) mulinello
(cotton reel) rocchetto, spoletta
(Technical) aspo
(for tape recorder) bobina
(Photography)
(for small camera) rotolino, rullino
(of cine film) bobina, pizza
(dance) danza scozzese o irlandese molto vivace
(Collins Dictionary)
Reel è il titolo della mostra di Saverio Todaro, a cura di Marco Enrico Giacomelli, che si terrà nei nuovi spazi della galleria Riccardo Costantini Contemporary, in via Goito n. 8 a Torino, dal 19 maggio al 1 luglio 2022.
“Reel” è anche il titolo dell’opera installativa, ispirata dai cavalli di frisia, a cui viene arrotolato il filo spinato, ormai nei nostri occhi quotidianamente tramite le immagini che ci provengono dagli scenari di guerra.
Reel è anche il breve filmato riavvolgibile che Instagram ha creato per contrastare lo strapotere di questo tipo di contenuto che, fino ad allora, era dominato da un altro social network: Tik Tok. Nella mostra infatti si parla proprio di internet e soprattutto dei social che sempre di più controllano e dominano la nostra esistenza.
Saverio Todaro indaga i meccanismi che ci rendono schiavi di un sistema subdolo e divisivo e che inconsapevolmente determinano le nostre opinioni e le nostre posizioni su qualsiasi tema.
La serie di opere pittoriche dal titolo “Follower” si ispira, per lo più, ad avvenimenti recenti. Nella loro singolarità potrebbero sembrare erroneamente didascaliche ma è nella pluralità che riescono a infonderci una visione complessiva e universale della cronaca. I social network, soprattutto Facebook e Twitter, ci portano a discutere ed esprimere opinioni che diventano sempre più radicali e lo fanno con il cosiddetto “filter bubble”, ovvero quel processo per cui ci appaiono, nella nostra bacheca, post e tweet inerenti ai nostri interessi o ai nostri precedenti interventi su un qualsiasi argomento.
“Luftwaffe” è un grande stendardo dove l’aquila che dominava l’emblema della aviazione tedesca durante il nazismo è qui sostituita dal logo di Instagram, simbolo del nuovo totalitarismo dell’immagine.
L’opera murale “Globe” è una rivisitazione del logo di Google, una finestra del mondo attuale, uno dei luoghi di quella geografia inconsueta e senza sostanza generata dai motori di ricerca.
Le tre opere dal titolo “Loading” fungono da “sentinelle” nelle tre stanze principali del percorso di mostra. Sono lavori a carboncino su carta, infinitesima parte di un corposo progetto che indaga la genesi di internet e gli scenari che emergono dalla connessione globale: la gestione delle relazioni sociali, il sapere, l’economia, la religione, la storia che l’essere umano oggi scrive nell’etere.
Infine con l’opera installativa “Breccia” si torna al tema della guerra evocata dalle macerie provocate da una “jihad” interiore.
Saverio Todaro nasce nel 1970 a Berna (CH). Vive e lavora a Torino dove ha compiuto gli studi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti nel corso di Scultura.
Ispirato dai codici della biologia e della comunicazione, inizia ad esporre nei primi anni Novanta macchine per scrivere, tavoli tagliati e DNA di acciaio.
Nel secondo millennio, con la diffusione di Internet, avviene una rivoluzione planetaria e il biopotere assume una dimensione pervasiva. Attualmente la sua ricerca è attratta dagli
scenari che emergono dalla connessione globale e dal controllo che esercita sul mondo.