Gallery
CRAG – Chiono Reisova Art Gallery nasce nel 2016 in un loft nel centro Piero della Francesca di Torino, fondata da Elisabetta Chiono e Karin Reisovà con uno sguardo verso artisti emergenti, sia italiani che stranieri. La Galleria, oltre alla scultura ed alla fotografia, dedica un’attenzione particolare alla pittura figurativa ed all’attività di scouting di giovani e giovanissimi artisti.
Crag è uno spazio di sperimentazione, condivisione e proposta, con la convinzione dell’importanza delle scelte personali, al di là delle mode.
Exhibits
15.09.2023 - 20.10.2023
opening: 14.09.2023
15.09.2023 - 20.10.2023
In mostra un nuovo ciclo di opere di Chen Li (Pechino, 1988) e, come protagonisti, una selezione di dittici, realizzati in un lungo periodo di ricerca e di isolamento. E’ il risultato di un percorso, di un’intensa introspezione in un momento fondamentale della sua vita e della sua crescita come artista.
All’interno di sé Chen Li ha ricercato la chiave per realizzare le opere e, di riflesso, nei propri lavori ha ritrovato se stessa. Non è una circostanza scontata, ma risultato di uno sforzo che si divincola tra concentrazione, entusiasmo, sfida, sperimentazione, sofferenza e rinascita.
Chen ha iniziato un nuovo respiro in cui energia e positività sfociano in opere con un focus sul rapporto con la natura, un ritorno alla vita che è al tempo stesso speranza e promessa. La dimensione più paesaggistica e figurativa della rappresentazione dipende essenzialmente dalla necessità dell’artista di riconnettere la sua interiorità a ciò che la circonda, mentre quella più astratta è legata al suo mondo interiore.
Si compenetrano elementi antropomorfi, vegetali e floreali, tipici della cifra stilistica dell’artista. Ogni dettaglio della composizione corrisponde ad un elemento che l’artista ha fotografato, visto realmente o immaginato, in una rielaborazione che non lascia spazio alla casualità, nonostante l’apparente atmosfera fluttuante e misteriosa.
Dipingere diventa quindi oscillare continuamente in direzione di questi due poli, alla ricerca di un equilibrio, di una dicotomia necessaria.
19.05.2023 - 30.06.2023
opening: 18.05.2023
19.05.2023 - 30.06.2023
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Via Parma 66 D – Torino
La Galleria CRAG, nella nuova sede di via Parma 66D a Torino, inaugura la mostra dell’artista milanese Matteo Negri (1982) dal 18 maggio al 30 giugno 2023.
INTERROGARE LO SPAZIO per trovare il tempo è il titolo della personale che comprende una selezione degli ultimi lavori della serie Meanwhile realizzati su acciaio e alluminio, opere su carta ed un’inedita installazione che accoglie il visitatore in galleria. L’artista, formatosi in scultura all’Accademia di Brera, ha sviluppato negli ultimi dieci anni una ricerca che, a partire da forme e colori elementari, indaga il rapporto cangiante tra la materia e la percezione che di essa hanno i nostri sensi.
Fulcro di questo progetto torinese sono le opere della serie Meanwhile: lamiere specchianti e colorate con le quali l’artista rende il visitatore parte integrante dell’opera attraverso l’interazione con essa.
La realizzazione delle opere è lunga e complessa e comporta più fasi. Si parte dai disegni su carta, sui quali l’artista interviene con spray acrilico e gessetti: sono lo studio di geometrie di piani che si sovrappongono e vanno a creare equilibri formali e cromatici.
Successivamente, queste geometrie vengono riportate su basi di alluminio e dipinte con campiture spray. È in questa fase che inizia l’uso di pellicole adesive cangianti, che vengono scelte a seconda della gradazione e della tonalità, applicate creando diversi livelli di saturazione di colore e di superfici specchianti. A questo punto viene applicata la pellicola dicroica trasparente, materiale in grado di mutare colore in base all’angolazione con cui la luce arriva dall’ambiente. Ultimo livello di finitura è la verniciatura a caldo con vernice epossidica trasparente lucida, che crea una superficie specchiante omogenea ed uniforme.
Il risultato è inatteso, seducente e spiazzante: i colori delle campiture variano a seconda della posizione da cui il visitatore osserva le opere. Si va a creare così un dialogo tra oggetto e osservatore, nel quale quest’ultimo viene trascinato dentro lo spazio dilatato dall’artista, nei suoi pezzi di questo mondo. I titoli di queste opere indicano l’ora e la data in cui Negri ha preso un appunto visivo (una fotografia scattata con il cellulare) di una situazione particolare in cui forme e luci interagivano in modo significativo. Cieli, montagne, fiumi e paesaggi in generale. Le singole opere cercano di evocare la poesia di quegli istanti, riproponendoli allo spettatore a distanza di mesi o anni in un contesto spaziale differente. Così le geometrie e le variazioni cromatiche che si attuano nello spazio della galleria mettono in relazione la memoria e lo scorrere del tempo.
In questa mostra, infine, Negri usa per la prima volta il linguaggio delle bandiere. Vessilli che, anziché rappresentare nazioni o regioni, riproducono le geometrie tipiche del suo linguaggio. L’installazione riproduce una sorta di ingresso di una sede diplomatica, dove sono esposte bandiere di paesi di fantasia, dei quali si può diventare liberi cittadini grazie all’immaginazione. Ancora una volta l’artista ci invita a fare parte della sua opera.
QUERY THE SPACE
to find the time
Solo show of Matteo Negri
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Via Parma 66 D – Turin
18 May – 30 June 2023
The CRAG Gallery, in the new headquarters in via Parma 66D in Turin, inaugurates the exhibition of the Milanese artist Matteo Negri (1982) from 18 May to 30 June 2023.
QUESTIONING THE SPACE to find time is the title of the solo exhibition which includes a selection of the latest works from the Meanwhile series made on steel and aluminium, works on paper and an unprecedented installation that welcomes the visitor to the gallery. The artist, trained in sculpture at the Brera Academy, has developed over the last ten years a research which, starting from elementary shapes and colors, investigates the changing relationship between matter and the perception that our senses have of it.
The fulcrum of this Turin project are the works of the Meanwhile series: reflective and colored sheets with which the artist makes the visitor an integral part of the work through interaction with it.
The realization of the works is long and complex and involves several phases. It starts from the drawings on paper, on which the artist intervenes with acrylic sprays and chalks: they are the study of plane geometries that overlap and create formal and chromatic balances.
Subsequently, these geometries are reported on aluminum bases and painted with spray backgrounds. It is in this phase that the use of iridescent adhesive films begins, which are chosen according to the gradation and tonality, applied creating different levels of color saturation and mirroring surfaces. At this point the transparent dichroic film is applied, a material capable of changing color based on the angle at which the light arrives from the environment. The last finishing level is the hot painting with glossy transparent epoxy paint, which creates a homogeneous and uniform mirror surface.
The result is unexpected, seductive and unsettling: the colors of the backgrounds vary according to the position from which the visitor observes the works. Thus a dialogue is created between object and observer, in which the latter is dragged into the space dilated by the artist, into his pieces of this world. The titles of these works indicate the time and date in which Negri made a visual note (a photograph taken with his cell phone) of a particular situation in which shapes and lights interacted in a significant way. Skies, mountains, rivers and landscapes in general. The individual works try to evoke the poetry of those moments, proposing them to the viewer months or years later in a different spatial context. Thus the geometries and chromatic variations that take place in the gallery space relate memory and the passage of time.
Finally, in this exhibition, Negri uses the language of flags for the first time. Banners that, instead of representing nations or regions, reproduce the typical geometries of his language. The installation reproduces a sort of entrance to a diplomatic office, where flags of imaginary countries are displayed, of which one can become free citizens thanks to the imagination. Once again the artist invites us to be part of his work.
05.05.2023 - 27.05.2023
opening: 04.05.2023
05.05.2023 - 27.05.2023
DUMMY PHOTOBOOK 2023
CRAG Gallery in collaborazione con Chippendale Studio di Milano, per la seconda volta, propone durante la settimana della fotografia torinese, DUMMY PHOTOBOOK una mostra di libri d’artista e opere fotografiche.
La Galleria CRAG, nella nuova sede di via Parma 66D a Torino, inaugura la mostra dell’artista milanese Matteo Negri (1982). LA MOSTRA PROSEGUE FINO AL 30 GIUGNO.
INTERROGARE LO SPAZIO per trovare il tempo è il titolo della personale che comprende una selezione degli ultimi lavori della serie Meanwhile realizzati su acciaio e alluminio, opere su carta ed un’inedita installazione che accoglie il visitatore in galleria. L’artista, formatosi in scultura all’Accademia di Brera, ha sviluppato negli ultimi dieci anni una ricerca che, a partire da forme e colori elementari, indaga il rapporto cangiante tra la materia e la percezione che di essa hanno i nostri sensi.
Fulcro di questo progetto torinese sono le opere della serie Meanwhile: lamiere specchianti e colorate con le quali l’artista rende il visitatore parte integrante dell’opera attraverso l’interazione con essa.
La realizzazione delle opere è lunga e complessa e comporta più fasi. Si parte dai disegni su carta, sui quali l’artista interviene con spray acrilico e gessetti: sono lo studio di geometrie di piani che si sovrappongono e vanno a creare equilibri formali e cromatici.
Successivamente, queste geometrie vengono riportate su basi di alluminio e dipinte con campiture spray. È in questa fase che inizia l’uso di pellicole adesive cangianti, che vengono scelte a seconda della gradazione e della tonalità, applicate creando diversi livelli di saturazione di colore e di superfici specchianti. A questo punto viene applicata la pellicola dicroica trasparente, materiale in grado di mutare colore in base all’angolazione con cui la luce arriva dall’ambiente. Ultimo livello di finitura è la verniciatura a caldo con vernice epossidica trasparente lucida, che crea una superficie specchiante omogenea ed uniforme.
Il risultato è inatteso, seducente e spiazzante: i colori delle campiture variano a seconda della posizione da cui il visitatore osserva le opere. Si va a creare così un dialogo tra oggetto e osservatore, nel quale quest’ultimo viene trascinato dentro lo spazio dilatato dall’artista, nei suoi pezzi di questo mondo. I titoli di queste opere indicano l’ora e la data in cui Negri ha preso un appunto visivo (una fotografia scattata con il cellulare) di una situazione particolare in cui forme e luci interagivano in modo significativo. Cieli, montagne, fiumi e paesaggi in generale. Le singole opere cercano di evocare la poesia di quegli istanti, riproponendoli allo spettatore a distanza di mesi o anni in un contesto spaziale differente. Così le geometrie e le variazioni cromatiche che si attuano nello spazio della galleria mettono in relazione la memoria e lo scorrere del tempo.
In questa mostra, infine, Negri usa per la prima volta il linguaggio delle bandiere. Vessilli che, anziché rappresentare nazioni o regioni, riproducono le geometrie tipiche del suo linguaggio. L’installazione riproduce una sorta di ingresso di una sede diplomatica, dove sono esposte bandiere di paesi di fantasia, dei quali si può diventare liberi cittadini grazie all’immaginazione. Ancora una volta l’artista ci invita a fare parte della sua opera.
Orari di mostra:
mercoledì – giovedì – venerdì ore 13/20
sabato e domenica tutto il giorno su appuntamento
MATTEO NEGRI
Matteo Negri (1982) ha studiato all’Accademia di Brera dal 1999 al 2004. Da sempre scultore ha saputo trovare ispirazione sperimentando materiali differenti declinando le proprie immagini in forme diverse nel corso del tempo. Per dare spazio alle proprie esigenze creative si è rivelato un inventore e un conoscitore di materiali particolari e di tecniche raffinate. Ha lavorato con diverse gallerie e istituzioni come la galleria Lorenzelli di Milano, la Galerie 208 a Parigi, la Smolka Contemporary a Vienna, il museo Mac di Lissone e Casa Testori a Novate Milanese. Del suo lavoro si sono occupati tra gli altri Pietro Gaglianò, Ivan Quaroni, Laura Cherubini, Lorenzo Madaro, Millovan Farronato, Daniele Capra. Inventore del gruppo Supergiovane, che organizzando esposizioni in luoghi desueti si è affermato come una voce fuori dal coro per intercettare giovani artisti italiani e non. Vive e lavora a Milano.
CRAG GALLERY
CRAG – Chiono Reisova Art Gallery nasce nel 2016 a Torino, fondata da Elisabetta Chiono e Karin Reisovà con uno sguardo verso artisti emergenti, sia italiani che stranieri. La Galleria, oltre alla scultura ed alla fotografia, dedica un’attenzione particolare alla pittura figurativa ed all’attività di scouting di giovani e giovanissimi artisti. Nel 2023 la galleria si sposta nell’attuale sede di via Parma 66D. Crag è uno spazio di sperimentazione, condivisione e proposta, con la convinzione dell’importanza delle scelte personali, al di là delle mode.
19.03.2023 - 15.04.2023
opening: 18.03.2023
19.03.2023 - 15.04.2023
PROGETTO SPECIALE
CRAG Gallery – Home Gallery, Via Maria Vittoria 45, Turin
Nell’ambito di Novissimi+, la prima edizione del bando To.Be dedicato alla crescita professionale di artisti emergenti, provenienti da un percorso di formazione presso l’Accademia Albertina di Torino, l’Associazione Ghёddo e CRAG – Chiono Reisova Art Gallery presentano Ascolta. Piove, mostra personale di Lorenzo Gnata.
La proposta espositiva, curata da Associazione Ghёddo e CRAG Gallery si inserisce in un programma più ampio di mostre, a cura di Associazione Ghёddo, che prevede la collaborazione tra artisti e spazi d’arte contemporanea del territorio torinese. L’intero progetto è realizzato con il supporto e il patrocinio dell’Accademia Albertina di Torino e della Città di Torino e con il sostegno della Fondazione Venesio.
Ascolta. Piove – il cui titolo trae ispirazione dalla celebre poesia di Gabriele D’annunzio La pioggia nel pineto – è un progetto appositamente ideato da Lorenzo Gnata per CRAG Gallery. «Quelli del “poeta vate” sono versi carichi di sensazioni paniche, nei quali la pioggia, come un velo invisibile, senza distinzioni, copre e avvolge ogni cosa, rendendo il tutto un’unica pulsazione della natura» – afferma l’artista.
Così, concepita come un omaggio estetico alla Natura e ai luoghi di compenetrazione tra sentimento umano e mondo vegetale, la mostra racconta, attraverso sculture e installazioni ambientali, l’ineffabile delicatezza delle emozioni.
La mostra sarà aperta ogni giorno su appuntamento
As part of Novissimi+, the first edition of the To.Be call dedicated to the professional growth of emerging artists, coming from a training course at the Accademia Albertina in Turin, the Ghёddo Association and CRAG – Chiono Reisova Art Gallery present Listen. It’s raining, personal exhibition of Lorenzo Gnata.
The exhibition proposal, curated by the Ghёddo Association and CRAG Gallery is part of a wider program of exhibitions, curated by the Ghёddo Association, which provides for the collaboration between artists and contemporary art spaces in the Turin area. The entire project is carried out with the support and patronage of the Accademia Albertina of Turin and the City of Turin and with the support of the Venesio Foundation.
Listen. It’s raining – the title of which draws inspiration from Gabriele D’Annunzio’s famous poem Rain in the Pine Grove – is a project specially conceived by Lorenzo Gnata for CRAG Gallery. «Those of the “poet poet” are verses full of panic sensations, in which the rain, like an invisible veil, without distinction, covers and envelops everything, making everything a single pulsation of nature» – says the artist.
Thus, conceived as an aesthetic homage to Nature and to the places where human feeling and the plant world interpenetrate, the exhibition narrates, through sculptures and environmental installations, the ineffable delicacy of emotions.
The exhibition will be open every day by appointment
03.03.2023 - 01.04.2023
opening: 02.03.2023
03.03.2023 - 01.04.2023
h 16/20
Le beatitudini è il titolo che riunisce l’ultima serie di opere di Laura Omacini (Venezia, 1991), presentate per la prima volta nella Project Room del Museo di Ca’ Pesaro a Venezia in occasione della diciottesima edizione della Giornata del Contemporaneo, e raccolta in questa occasione presso la nuova sede della galleria CRAG di Torino, già promotrice della mostra lagunare in collaborazione con AMACI e ArtVerona.
La nuova serie di opere si sviluppa intorno ad un tema profondamente legato alla città di Venezia, ma che apre a una riflessione estendibile al panorama di tutte le città storiche, incentrato sul rapporto tra abitare e conservare, tra spazio pubblico e privato, tra luogo sacro e profano, abbracciando una materia che tocca nodi esistenziali ed identitari.
Soggetto della serie sono infatti le impalcature che si arrampicano intoro agli edifici in restauro: costruzioni di natura impermanente, ma che si configurano come elementi costanti del paesaggio urbano, tanto più là dove si concentri un gran numero di fabbricati antichi.
L’intero corpus di opere è sviluppato attraverso una tecnica complessa, ottenuta per tramite di una lenta sovrapposizione di velature trasparenti stese su collages formati da frammenti di foto estrapolate dai giornali. Ne risultano composizioni caratterizzate da una continua interferenza tra i diversi piani della rappresentazione, dove le strutture di tubi innocenti incorniciano le immagini di un presente inafferrabile, mentre lo sguardo insegue l’innalzarsi dei grandi teli di protezione, che sembrano ricucire e contenere la scissione della materia su cui essi stessi appoggiano.
La serie si inserisce perfettamente all’interno del percorso dell’artista, il cui lavoro è caratterizzato da atmosfere diafane e rarefatte, in cui la descrizione di luoghi di confine e ambienti privi di riferimenti stabili identifica uno spazio simbolico dove simulare l’incontro tra paesaggio interiore e realtà circostanziale, generando immagini al contempo oniriche e realistiche.
LAURA OMACINI
Laura Omacini è nata a Venezia nel 1991, ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e l’École Européenne Supérieure d’Art de Bretagne di Rennes. Nel 2018 è stata vincitrice del Contemporary Art Prize indetto dai Rotary Club di Bonn, Novara e Strasburgo. Tra il 2019 e il 2020 ha ottenuto l’assegnazione di un atelier presso l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia. Nel 2020 ha presentato la sua prima personale presso la galleria CRAG di Torino e nel 2021 ha preso parte al programma di residenza d’artista presso il MEVE (memoriale veneto della Grande Guerra di Montebelluna). Conseguentemente alla vincita del premio Level 0, conseguito insieme alla galleria CRAG di Torino alla 16ma edizione di ArtVerona, nel 2022 ha presentato la personale Le beatitudini nel Museo di Ca’ Pesaro a Venezia.
Impalcature II ,2022, collage, pastelli, acrilico e olio su tela, 30×40 cm
18.11.2022 - 14.01.2023
opening: 17.11.2022
18.11.2022 - 14.01.2023
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Via Parma 66/D – Torino
Le sculture dell’artista spagnolo Roger Coll (Barcellona, 1979) sono presentate nella prima personale italiana dedicata all’artista nel nuovo spazio espositivo della Galleria CRAG, in via Parma 66/D dal 17 novembre 2022 al 14 gennaio 2023.
Roger Coll si è formato all’Università ETSA – Architettura Tecnica di Barcellona, successivamente all’EASD di Barcellona, EASD Pau Gargallo e EASD di Vic, dove vive e lavora.
La mostra dal titolo “Simplicity. The beauty behind ceramics” comprende un ciclo inedito di sculture in ceramica ispirate alla teoria della bellezza nella semplicità, intesa anche nelle singole parti che compongono il tutto. Plotino diceva che la bellezza consiste nell’unità virtuosa di tutte le forme: “la bellezza è nei molti quando i molti sono visti come uno”. La costruzione di Roger Coll avviene in elementi basilari che nella ripetizione creano qualcosa di più complesso e potente, che libera la sua creatività.
Ogni scultura ha un colore o una lavorazione finale diversa “ed è come una parola che aiuta a definirla. Se fossi bravo con le parole o il ritmo sarei uno scrittore o un musicista ma non lo sono, quindi uso un altro modo per esprimermi. In questo senso, se le opere sono come parole della mia lingua, termini come scala, consistenza o colore sono elementi che aiutano a stabilire il tono e a inviare il messaggio. Detto questo, l’uso del colore non è razionale ma intuitivo. A volte sento che un certo lavoro ha bisogno di quel colore e non di altro. Ma non so spiegare perché” (Roger Coll).
La formazione come architetto ha influenzato il lavoro dello scultore sia dal punto di vista dei materiali, nella forma e nelle caratteristiche, sia dal punto di vista costruttivo. Sin da ragazzo Coll ha avuto un forte interesse per tutti i tipi di materiali, quando nei cantieri della sua famiglia collezionava ogni sorta di piccoli oggetti, schiume, fili, tutto ciò che potesse sembrare scultoreo.
Le sue opere si muovono nello spazio, invadendolo con fluidità ed interagendo con lo spettatore ed i suoi sensi, invitando lo sguardo a percepirne il movimento.
mostra visitabile ogni giorno su appuntamento
per visionare le opere https://cragallery.com/artists/roger-coll/
28.10.2022 - 26.11.2022
opening: 27.10.2022
28.10.2022 - 26.11.2022
La galleria partecipa a:
TORINO ART GALLERIES NIGHT #25
SABATO 5 NOVEMBRE 2022 ore 17,00 – 24,00
&
TAG Art Coffee Breakfast
venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 novembre dalle ore 9:30 alle ore 12.
BLAZE
Mostra personale di Giacomo Modolo
Via Giolitti 51 – Torino
27 ottobre – 26 novembre 2022
Inaugurazione giovedì 27 ottobre 16/20
L’artista sarà presente
In occasione della settimana dell’arte torinese, CRAG Gallery presenta la mostra BLAZE, personale dell’artista Giacomo Modolo (Vicenza, 1988).
La mostra nasce da un nuovo ciclo pittorico del giovane artista, realizzato in parte a Torino, dopo un lungo periodo di riflessione sulla sua pratica pittorica, ed un crescendo di ricerca interiore ed estetica, un rito purificatorio.
La scelta stilistica e contenutistica della ricerca di Giacomo Modolo mette in primo piano il discorso della Forma, in particolare attraverso la rappresentazione dei felini, protagonisti indiscussi delle nuove opere, sia da un punto di vista simbolico e sia per la loro anatomia appagante per l’artista.
A partire dalla Forma si evolvono dunque i quadri, con una forte base decorativa che deriva dalla formazione accademica di Modolo, alternando piani più fluidi ad altri schematici, passando dall’aspetto illustrativo e narrativo ad una ricerca che ricorda il manifesto.
La pittura talvolta più gestuale viene alternata a soluzioni e campiture piatte, dando rilievo alle differenti fasi tra progettazione e realizzazione.
Gli animali, guardiani della composizione, si mescolano con il paesaggio astratto, che spesso si trasforma diventando fiamma (un falò depurativo) o bandiera (quale ricerca di una identità che già permaneva nelle opere precedenti).
Tra le fiamme e i fumi psichedelici le immagini bruciano e si rigenerano nel continuo ricambio di linee, volto a dare forma alla tessitura di una trama. Decorazione e gesto creano immaginari iconici, quasi manifesti grafici dalle fattezze fluide, teatrali e dichiaratamente illustrative.
Ed è in questo rituale che sono gettate nel fuoco le bandiere, gli animali feroci e le relazioni, ovvero tutto quello che si fa simbolo delle certezze quotidiane dell’artista come il senso di appartenenza a qualcosa o a qualcuno.
Blaze non è un ciclo pittorico. Utilizzando termini musicali, a me più amichevoli, non si tratta di un album completo ma piuttosto di una “demo” di pochi brani: scritti nel mezzo di una carriera già avviata ed impegnati a tracciare una pagina, seppur sperimentale, di cambiamento (estetico e spirituale).
____________________________________________-
NUOVO SPAZIO!!!
CONTINUUM
Mostra personale di Tomas Tichy
CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Preview nuovo spazio
Via Parma 66 D – Torino
5 ottobre – 12 novembre 2022
Inaugurazione mercoledì 5 ottobre ore 16/23
L’artista sarà presente
Il 5 ottobre 2022 CRAG Gallery presenta il nuovo spazio espositivo con la mostra Continuum dell’artista Tomas Tichy (Praga, 1984) appartenente alla scena praghese della giovane pittura figurativa.
Il luminosissimo loft nel quartiere Regio Parco in via Parma 66D, che si affianca alla sede di via Giolitti 51, vuole diventare a partire dal 2023 uno spazio di scambio tra arte, design, ed esperienze, interessi, e visioni di menti creative. Il desiderio è di condividere progetti tra più generazioni e continuare il percorso della galleria alla ricerca di artisti emergenti.
Per questa preview dello spazio, CRAG Gallery ha scelto di presentare un ciclo tematico realizzato tra il 2020 ed il 2022, con fulcro l’osservazione dei cambiamenti dovuti alle tecnologie digitali e post-mediali che hanno influenzato ed influenzano la sensibilità dell’essere umano. A partire da immagini fotografiche in movimento, Tomas Tichy con il media pittorico ci restituisce opere che interagiscono con la nostra percezione.
In passato la pittura figurativa rappresentava prevalentemente la realtà per ciò che era: attraverso le opere di Tichy le raffigurazioni contemporanee riportano ad una realtà mistificata, fluida e cruda, ad un dualismo tra ciò che è e ciò che appare.
Le tematiche approfondite dall’artista sono molteplici, dalla moda, allo sport, alle tecnologie, agli idoli. I soggetti rappresentati nell’atto sportivo sono caratterizzati da una accelerazione quasi atemporale, a metafora della nostra costante esigenza o abitudine alla corsa e competitività nelle azioni quotidiane.
Dall’altro lato l’artista si concentra sui “paradisi artificiali” della moda, nei quali oggi più che mai il mondo del digitale ci presenta una realtà ideale e spesso effimera. Le immagini, in particolare delle modelle iconiche, vengono modificate pittoricamente come se fossero create meccanicamente dal trascinamento delle immagini su iPad. Viene ricreata una nuova dimensione di percezione del volto e della figura che restituisce il lato umano, reale, quasi malinconico, abbandonando quello statico e di “facciata”.
Nelle opere ritroviamo “piante digitali”, come analogia dell’intelligenza artificiale, “con una forma che allude allo stato naturale seppure quello che stiamo osservando sia solo una struttura surrogata, mimetizzata”” (Petr Vanous), che trasmette energia da un lato, ma alienazione dall’altro.
Questo costante dualismo critico nelle rappresentazioni, pregnante nelle scene di box o nell’interazione uomo-animale, è portato avanti da Tichy con convinzione dello strumento artistico come chiave di presa di coscienza ed invito a vedere le opere d’arte come specchio di riflessione e abbandono ad una dimensione umana da ritrovare.
CRAG GALLERY
CRAG – Chiono Reisova Art Gallery nasce nel 2016 in un loft nel centro Piero della Francesca di Torino, fondata da Elisabetta Chiono e Karin Reisovà con uno sguardo verso artisti emergenti, sia italiani che stranieri. La Galleria, oltre alla scultura ed alla fotografia, dedica un’attenzione particolare alla pittura figurativa ed all’attività di scouting di giovani e giovanissimi artisti. Nel 2017 la galleria si sposta nell’attuale sede di via Giolitti 51/A, nel centro della città. Crag è uno spazio di sperimentazione, condivisione e proposta, con la convinzione dell’importanza delle scelte personali, al di là delle mode.
16.09.2022 - 15.10.2022
opening: 15.09.2022
16.09.2022 - 15.10.2022
La galleria Crag – Chiono Reisovà art gallery è lieta di presentare I cieli in una stanza, mostra personale dell’artista Federico Caputo (Sanremo, 1995) dal 15 settembre al 15 ottobre 2022, nella sede di via Giolitti 51/A, Torino.
Il fascino delle fotografie di Baratti, che con lo sguardo occidentale aveva ritratto un’Africa da sogno, ci ha portati a riflettere su quale immaginario avessero suscitato queste cartoline distribuite tra il 1930 e il 1935 in Italia, e quanto siano interessanti ancora oggi.
Le tematiche delle cartoline rimandano a differenti serie, tra cui i corpi con i seni scoperti delle ragazze bilene, chiamate “Veneri nere”: il nostro pensiero è andato al “madamato” e poi ancor oggi alle spose bambine. Altre serie raffigurano guerrieri in posa altera, scene di lavoro e di quotidianità, feste e cerimonie religiose. Tutto ciò spesso ripreso in mezzo ad una natura meravigliosa con sullo sfondo il gigante sicomoro e la fila di elefanti che incede passo dopo passo.
Le nostre conversazioni, stimolate dalle cartoline, s’incalzavano via via che si approfondiva l’appassionante ricerca intorno al tema Etiopia. Federico Caputo ha raccolto i pensieri, l’immaginario, le note storiche fino a realizzare le opere in mostra. Abbiamo avuto la consapevolezza di come spesso sia difficile ripensare alla storia se non per stereotipi, cosicché il nostro dialogo si è arricchito di un’ulteriore analisi grazie alla collaborazione di Nicola Imoli e di un testo di Michela Mivida Di Meo, antropologi.
Dopo questo periodo di ricerca e riflessione, Federico ha realizzato le sue opere intersecando liberamente le immagini delle cartoline con la sua pratica artistica, la sua storia personale e quella collettiva con richiami al mondo della canzone. Ricamo dopo ricamo, ha sovrapposto i suoi pensieri e le immagini fino a fissare con il filo e la lentezza del gesto una stratificazione tra il passato e la vita più recente. Le opere sono quadri ricamati a mano su stampe serigrafiche, talvolta racchiuse in teche fosforescenti, evidenziando così la barriera tra il passato e il presente, tra il gesto intimo e antico del cucire con lane e fili preziosi e i contenitori fluo come i colori della palette dell’artista. In questo modo Federico Caputo, in continuità con il suo lavoro, ha inserito i suoi temi cari, tra cui le figure iconiche degli anni ’60 che dominano la scena, rimanendo legato a quel senso di nostalgia che pervade le sue opere, non cadendo in questo modo in prevedibili soluzioni. È così che nasce l’opera guida della mostra, nella quale l’artista s’immagina seduto sotto al grande sicomoro a contemplare un cielo immenso ascoltando “il cielo in una stanza” di Gino Paoli, in una dimensione senza tempo.
“Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti…”
Si ringraziano gli antropologi Nicola Imoli e Michela Mivida Di Meo per il testo a supporto della mostra e per il loro entusiasmo nella partecipazione al progetto
Nicola Imoli (Vicenza, 1988)
Nicola Imoli dopo una laurea triennale in Lingue, letterature e culture del Mediterraneo (Arabo e Hindi) si è laureato in Antropologia culturale all’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sul paesaggio condiviso da pastori e miniere nel deserto del Gobi, in Mongolia meridionale. Si è interessato in particolare allo studio dei fenomeni di mutamento sociale tramite le lente offerte dall’antropologia del paesaggio e delle forme di abitazione. Attualmente è dottorando presso l’Università di Torino.
Michela Mivida Di Meo (Rodi, 1988)
Di madre greca-etiope e padre italo-etiope, Michela cresce ad Atene fino al trasferimento in Italia, a Desenzano del Garda, dove frequenta l‘intero ciclo scolastico fino a laurearsi in Filosofia, a Verona. Conseguita la specializzazione in Antropologia culturale, durante gli studi universitari si avvicina al pensiero della differenza sessuale. Attualmente abita a Padova. Le piace pensare alla scrittura come il respiro della vita. Il suo racconto, Ston afro, ston afro tis thalassa, ha vinto il Terzo Premio della XI edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre.
Federico Caputo – Biografia
Federico Caputo (Sanremo, 1995) ha studiato pittura all’Accademia Albertina di Torino, dove vive e lavora.
La sua pratica artistica è caratterizzata da un forte interesse per l’estetica della fibra e delle arti tessili. Il giovane artista utilizza sia materiali naturali che sintetici, con il ricamo tradizionale e la sartoria italiana come suoi principali punti di riferimento. La ricerca formale viene unita a quella sostanziale, passando in particolare dalla cultura italiana degli anni’60 a figure e oggetti pop contemporanei.
10.06.2022 - 29.07.2022
opening: 09.06.2022
10.06.2022 - 29.07.2022
Mostra organizzata da CRAG – CHIONO REISOVA ART GALLERY
Via Giolitti 51/A – Torino
Ospitata da STUDIO LEGALE GEBBIA BORTOLOTTO
PENALISTI ASSOCIATI
C.so Vittorio Emanuele 68 – Torino
La galleria Crag – Chiono Reisovà art gallery presenta al pubblico torinese il lavoro dello scultore Matteo Negri (1982) nella mostra Pezzi di questo mondo dal 9 giugno al 29 luglio 2022, nelle meravigliose sale dello Studio Legale Gebbia Bortolotto in corso Vittorio Emanuele n. 68 a Torino.
Lo spazio in cui è allestita la mostra di Matteo Negri ci porta, ogni volta, ad immaginare nuovi scenari. Ci porta ad interagire con la bellezza, il genio di chi lo ha progettato, la personalità̀ di chi lo vive, una diversa prospettiva di inserimento delle opere degli artisti.
Le opere di Matteo trovano accoglienza nelle splendide sale dello Studio Legale Gebbia Bortolotto che regalano un dialogo di colori, luci, materiali, perfettamente in linea con la sua ricerca sin dai primi anni post accademici e la sua visione dell’impianto scultoreo come relazione con lo spazio e con il visitatore, in un gioco di continuo scambio, percezione ed introspezione.
“Il favoloso mondo di Teo”, come suggerisce il titolo di una precedente mostra, ci accoglie tra opere appartenenti a diversi periodi. Nella serie Lego Matteo Negri ci propone un’estetica pop iconografica,unita ad una accurata attenzione al materiale, alla sua rigidità, alla leggerezza dell’immagine, al calore del materiale, resa esplosiva e sconfinata nella serie Lego Silver, la scultura nell’ingresso. E’ una ricerca delle origini, dell’essenzialità: “nelle sue mani il mattone da costruzione è plasmato, contorto, spezzato, annodato e subisce quelle trasformazioni che si potevano solo immaginare con un normale lego, e forse, si sono sempre ricercate quando le forme imposte non erano in grado di accontentare la fantasia; attraverso la libertà data dall’arte, tutta l’immaginazione possibile non è più sacrificata all’azione di incastro modulare” (Giancarlo Pedrazzini, L’Egoïsme).
La serie “Meanwhile” ci trasporta in un gioco degli specchi e forme pure che interagendo con lo spazio, ci consentono di esplorare nuove prospettive visive ed interattive, come elemento di reciprocità, anche con noi stessi. Si determina un’immagine che non è mai del tutto reale, ma neppure completamente estranea a ciò che vediamo e viviamo. Siamo entusiaste di questa mostra, perché ci regala un viaggio in un mondo favoloso e forse, reale di quel che possa sembrare.
“Mi sento totalmente scultore. Sono consapevole che la scultura viva nello spazio e in tutte le dimensioni. Però paradossalmente c’è un punto di vista privilegiato. Perché per quanto si possano considerare tutte le prospettive, esiste sempre un’immagine con cui la scultura ad un certo punto si palesa. È in quel punto che si sviluppa anche l’esperienza più intensa da parte di chi guarda. Non penso neanche che la scultura sia oggetto da toccare. La scultura per me è un punto di vista”.
Biografia
Matteo Negri è nato a S.Donato Milanese (MI) nel 1982.
Vive e lavora a Milano, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera.
20.05.2022 - 18.06.2022
opening: 19.05.2022
20.05.2022 - 18.06.2022
Inaugurazione giovedì e venerdì 19/20 maggio ore 15-20
L’artista sarà presente
La galleria Crag – Chiono Reisovà art gallery è lieta di presentare Reworking, mostra personale dell’artista Alessandro Fabbris (Torino, 1977) dal 19 maggio al 18 giugno 2022, nella sede di via Giolitti 51/A, Torino.
In Reworking il lavoro di Alessandro Fabbris si configura con un filo conduttore che dalla sua prima ricerca pittorica lo porta all’attuale incentrata sulla fotografia, nella quale vengono riletti e rielaborati alcuni frammenti della sua pittura, qui indagata tramite dispostivi non canonici, quali ad esempio scanner piani. L’idea centrale della mostra è di presentare al pubblico opere scelte dal 2010 ad oggi, così da far comprendere al visitatore l’evoluzione dell’artista, che si concentra sull’uso della tecnologia associato alla sua prima formazione pittorica, addentrandosi nella post-fotografia, in cui la luce ed il colore sono gli elementi cardine della sua ricerca.
Verranno esposti in mostra lavori recenti della serie Scanning Light, nella quale si uniscono chiaroscuri generati da mascherature ed interazioni con la luce, doppie esposizioni che vengono poi virate nelle cromie tramite “errori” di bilanciamento dei bianchi e dei toni, ingrandimenti e ritagli, sovrapposizioni di immagini, o meglio di particolari, che portano alla luce il substrato delle immagini.
A queste opere vengono accostate quelle della serie Procedimenti meccanici, in bilico tra fotografia, pittura ed elaborazione digitale, il cui titolo allude ad un ciclo di lezioni tenute da Fussli presso la Royal Academy of Arts di Londra sulla relazione tra pittura e nuovi procedimenti fotosensibili.
La luce è elemento centrale anche nell’opera della serie Stratificazioni, che comprende fogli di acetato dipinti con pigmenti interferenti che vengono soprapposti e stratificati tra coppie di vetro. A seconda dell’incidenza della luce varia la trasparenza del supporto e la percezione dei colori, facendo apparire le forme come epifanie che coinvolgono il visitatore e la sua esperienza sensoriale e memoriale. A Fabbris piace collegare così quei procedimenti che dalla luce portano alla pittura e che talvolta la rendono inafferrabile.
Legata al primo momento dell’artista segue l’installazione pittorica Lineamenti di una analisi, del ciclo Sintassi Apertache indaga sulla pittura aniconica e la possibilità dell’apertura a nuove narrazioni attraverso i movimenti dei singoli elementi.
In ultimo verrà presentata un’opera tessile della serie Glitch, in cui i colori, catturati tramite scansioni e fotografie di gelatine colorate usate nell’illuminotecnica e successivamente stampati su tessuti semi trasparenti, possono cambiare la loro consistenza e il loro timbro in relazione alle fonti luminose dello spazio in cui vengono posti.
Fabbris “reimposta aggiornata al giorno d’oggi, e, soprattutto, al lume della sua sensibilità, più di una traccia tipica della ricerca astratta italiana degli anni ’60 e ’70 (…) come testimonia l’uso di una tecnica mista dove a pastelli e pigmenti vari si integrano reperti oggettuali ed un accorto e limitato uso della tecnologia digitale” (Edoardo Di Mauro, catalogo BAM 2020).
Biografia
Alessandro Fabbris (Torino, 1977) ha studiato pittura all’Accademia Albertina di Torino e successivamente ha conseguito un Master in Fotografia all’Accademia di Brera.
Vive tra Torino e Genova, dove è docente all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.
martedì-sabato 11/13 e 15.30/19.00
altri giorni ed orari su appuntamento