Gallery
Via Goito 8, 10125 Torino
Riccardo Costantini Contemporary nasce come nuovo progetto nel gennaio 2013. La galleria promuove ed espone artisti nazionali e stranieri, emergenti ed affermati, operando esclusivamente nel mercato primario con particolare attenzione, ma non solo, alla scena internazionale e a tutti i mezzi espressivi dell’arte contemporanea: pittura, fotografia, video, scultura e arte installativa.
Apertura al pubblico: mar-sab – 11/19
Exhibits
14.02.2024 - 29.03.2024
opening: 13.02.2024
14.02.2024 - 29.03.2024
What’s more than enough – Più che sufficiente o oltre l’abbastanza?
La tela che straborda oltre la superficie pittorica è il primo sintomo di questo andare oltre il necessario. Il supporto eccede oltre il rettangolo che ospita la mestica e si articola in forme che occupano lo spazio, in lembi di tessuto che uniscono i volti ritratti metafora di connessioni tra persone, relazioni. Un “lessico famigliare” che lascia spazi aperti all’interpretazione, non definendo esattamente i rapporti esistenti.
Il lino ripercorre le stesse forme severe di cui si abbigliano i personaggi pseudofiamminghi dipinti. La pittura del passato ha avuto anche la funzione di raccontarci come si vestivano nei secoli scorsi, rivelando talvolta gli aspetti psicologici dei protagonisti. I nostri personaggi indossano abiti austeri e in alcune parti rigidi. L’abito che fa il monaco: teste quadrate in abiti quadrati.
Un incasellamento in regole che sanciscono quali sono le tipologie di rapporti possibili e non possibili, i comportamenti accettabili e quelli da evitare. Il giudizio sempre pronto ad essere dispensato.
Anche la stesura pittorica supera l’indispensabile, si stratifica in livelli sovrapposti che ispessiscono la crosta. A volte ci si potrebbe fermare prima, a volte ci si dovrebbe fermare prima. Una tendenza opposta al “less is more” che non vuole esserle rivale.
Quasi un’ossessione che ciò che si fa non basti mai. Fare sempre di più, fare sempre meglio, o almeno provarci. Una tendenza che mira ad ottenere risultati sempre migliori e non sempre ci riesce.
Marcello Nitti nasce a Taranto nel 1988. Nel 2007 si iscrive al corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove coltiva il proprio interesse per la figurazione. Conseguito il Diploma Accademico di I livello, decide di proseguire autonomamente la propria ricerca, approfondendo la conoscenza degli aspetti tecnici e formali della tradizione pittorica e contemporaneamente cercando di sviluppare una poetica personale. Dal 2019 frequenta gli studi in Grafica d’Arte grazie ai quali recupera l’interesse per le tecniche di stampa tradizionali, sviluppando diversi progetti che vedono protagonista la calcografia.
Il nucleo centrale della sua produzione, basato su opere pittoriche e grafiche, è spesso affiancato da appendici scultoree e sonore.
Ha preso parte ad esposizioni personali e collettive sul territorio italiano ed estero tra cui Fear, a cura di Pak – Pla]orm Voor Actuele Kunsten, Psychiatrisch Centrum Sint-Amandus, Berneen (Belgio), 2023; Cloud, Online traces offline and viceversa, Linea, Lecce, 2021; Immagini immaginari, a cura di Lorenzo Madaro, MUST – Museo Storico Città di Lecce, 2021, Lecce; Omaggio ai caduti, a cura di Laura Perrone, Fondazione Lac o Le mon, San Cesario di Lecce (LE), 2017; About Landscape, a cura di Giovanni Matteo, Art and Ars Gallery, Galatina (LE), 2016.
Tra le Creart A-i-R program, Kaunas (Lituania), 2017. È cofondatore di Guado Edizioni, progetto editoriale per la produzione di pubblicazioni nell’ambito della Stampa d’Arte.
Attualmente vive e lavora tra Taranto e Lecce.
Orari da martedì a sabato ore 11.00 – 13.00 e 15.00 – 19.30.
Lunedì e domenica chiuso.
19.01.2024 - 09.02.2024
opening: 18.01.2024
19.01.2024 - 09.02.2024
In esposizione il lavoro di sette artisti che, in questo ambito, si esprimono attraverso la pittura quale unico mezzo espressivo.
Il rallentare del tempo, sentirlo anche in un era in cui la velocità è imperativa e dominante, in cui la nostra attenzione su ciò che stiamo cercando e osservando sul web è di pochi secondi, poi passiamo a altro e subito dopo alla ricerca di qualcosa di nuovo.
Il tempo rallentato è quello necessario alla pratica della pittura, mezzo espressivo che tutti hanno dato ciclicamente per morto e che, come l’Araba Fenice, ritorna in vita rigenerandosi dalle proprie ceneri ma, soprattutto, dalle necessità del mercato dell’arte.
La pittura che, come pratica performativa, ha bisogno del tempo, è in continua evoluzione di ricerca di contenuti; il tempo è necessario alla stesura sul supporto del colore e della materia, alla ricerca della forma trovando la giusta soluzione di luce. Non esistono scorciatoie, il lento scorrere del tempo è l’unica via.
Per Sergio Cardillo i generi canonici della pittura vengono avvicinati con un continuo atteggiamento sperimentale al fine di trovare un rinnovato equilibrio tra esigenze espressive e elementi strettamente formali della disciplina pittorica che traducono le tensioni emotive della vita quotidiana.
Nelle opere di Enzo Gagliardino, il soggetto ossessivo delle facciate di palazzi anonimi è forma metafisica in cui sembra più importante ciò che non si vede: i protagonisti invisibili sono coloro che vivono dietro quei muri. La pittura per Gagliardino è come un rituale Zen, densa di significato.
Carlo Galfione ci impone una riflessione sulla pittura nella sua essenza decorativa: elemento distintivo del suo lavoro è il contrasto fra il supporto, sia esso tappezzeria o tessuto, tipico degli ambienti borghesi e la pittura sovrapposta che rappresenta immagini estratte da fotografie che trova nei media o in ciò che tutti noi lasciamo come testimonianze della nostra vita, affidate ai social media.
Nei lavori di ultima produzione di Bahar Heidarzade, il tema della memoria emerge in modo estremamente efficace nonostante la scelta di generare opere informali astratte. Da anni non le è possibile tornare in Iran, suo Paese di origine, dove rischierebbe di essere arrestata o addirittura di sparire come successo a molti suoi connazionali. Nelle opere grandi macchie bianche celano ciò che è sottostante lasciando emergere indizi, permettendo all’osservatore di condividere il lento processo di perdita del ricordo generato dal tempo.
Francesco Sena nella realizzazione di buona parte delle sue opere utilizza lacera bianca. Il suo è un lavoro di stratificazioni in dialogo psichico con l’oblio. Figure nascoste parzialmente alla vista sembrano avvolte da una fitta nebbia inducendo nell’osservatore apparizioni fantasmatiche, paesaggi vissuti e proiezioni oniriche.
Simone Stuto propone una pittura densa di simbolismo e di rimandi alle esperienze artistiche del passato senza mai perdere una estetica contemporanea. Proprio dallo studio e dalla contemplazione dell’arte antica, soprattutto tardo gotica e rinascimentale, nasce un lavoro originale che si pone, con la propria cifra, in quello che è il più attuale panorama artistico internazionale.
Saverio Todaro, artista eclettico, non ama le definizioni e da sempre preferisce confrontarsi con differenti mezzi espressivi. In mostra propone un’opera alla stregua di un plastico architettonico distopico affiancata da un piccolo dipinto rappresentante due conigli bianchi geolocalizzati nella neve. Straniante atmosfera intrisa da solitudine di periferia.
24.11.2023 - 13.12.2023
opening: 23.11.2023
24.11.2023 - 13.12.2023
“Whitespace” è un progetto espositivo con opere di studenti selezionati dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Il titolo si ispira ironicamente al mondo informatico dove il whitespace è un linguaggio di programmazione detto esoterico per la sua complessità poiché utilizza solo spazi bianchi, tabulazioni e ritorni a capo.
La mostra si propone di evidenziare la dimensione temporale e spaziale a cui si affacciano i giovani studenti-artisti verso il termine degli studi: li attende una pagina vuota su cui scrivere la loro identità adulta e un appello a misurarsi con la realtà del mondo del lavoro. Una soglia esistenziale che implica un cambiamento di pelle ed un’assunzione di responsabilità che definisce la libertà creativa dell’individuo.
Essere proiettati nel mondo dell’arte con l’urgenza di verificare e utilizzare gli strumenti espressivi maturati durante il percorso di studi , è la prima di tante prove necessarie per la crescita di ciascun soggetto.
La mostra contempla l’esposizione di opere pittoriche, sculture e video e successivamente approderà a Roma ed Alatri.
“Whitespace” è ideata dai docenti della Scuola di Pittura, Saverio Todaro e Gioacchino Pontrelli, con la collaborazione di Donatella Spaziani, Maurizio Savini e Gino Sabatini Odoardi. Coordinamento e organizzazione Giuseppina Digrandi, docente di Psicologia dell’Arte.
Orari da martedì a sabato ore 11.00 – 13.00 e 15.00 – 19.30.
Lunedì e domenica chiuso.
15.09.2023 - 11.11.2023
opening: 14.09.2023
15.09.2023 - 11.11.2023
Gianni Colosimo e Luisa Bruni “Don Yuan – C’è del latte e del miele sotto la tua lingua” con un testo di Gianluigi Ricuperati e il coordinamento curatoriale di Marco Enrico Giacomelli. In una scenografia avvolgente ed evocativa gli artisti, che per la prima volta firmano una mostra insieme, realizzano un progetto di natura installativa-ambientale dedicato alla Cina. Il tema della mostra di Gianni Colosimo “Wallpaper – Il vortice del desiderio è privo d’orizzonte”, presentata nel 2006 nella galleria PACK di Giampaolo Abbondio a Milano, in cui i visitatori si trovavano immersi in uno scenario composto da centomila banconote da un dollaro, trova una nuova declinazione in questo inedito progetto espositivo. L’estetica non è più quella minimale della mostra del 2006 ma vive di pattern appositamente realizzati che rimandano a un’iconografia orientale. In tale contesto sono esposte opere ispirate alla storia dell’epopea cinese dalla caduta dell’impero ai giorni nostri. Colosimo e Bruni indagano la straordinaria ascesa della Repubblica Popolare Cinese mettendo in evidenza, con forte spirito provocatorio, le peculiarità e le contraddizioni della nazione che oggi contende agli Stati Uniti la supremazia politica, economica e culturale. Gli artisti si sono avvalsi del contributo sonoro di Paolo Dellapiana per fornire un’esperienza più completa e immersiva dell’installazione. La mostra è in collaborazione con la galleria Giampaolo Abbondio.
Gianni Colosimo (1953) inizia la sua attività artistica come performer. Nel 1978 crea la performance “Freud mein Freund” presso la galleria Multipli di Giorgio Persano. Tra il ’78 e l ’81 si trasferisce a Roma dove svolge la sua attività nell’ambito della ricerca teatrale producendo alcune performance fra cui “Il grande sonno della trapezista” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel ’78 e ’81 su invito di Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, partecipa alla Seconda ed alla Quarta Settimana Internazionale della Performance di Bologna. Nel 1981 viene invitato dall ‘ICC di Anversa dove ripropone la performance “L’uomo di Cosenza”. Nel 1982 partecipa alla mostra “Una generazione Postmoderna” presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Tra l’82 ed il ’90 realizza numerose performance tra cui “L’ultimo sogno di Piero Manzoni” alla Galleria Martano di Torino. Negli anni Novanta inizia a produrre le prime opere pittoriche e la performance “Nutella Gutemberg”. Nel 2006 realizza l’ormai celeberrima installazione “Wallpaper- Il vortice del desiderio è privo d’orizzonte” dove tappezza l’intera galleria Pack di Milano con 100.000 biglietti da un dollaro. Due anni più tardi la stessa installazione viene riproposta a Roma presso Motelsalieri . Sempre nel 2008 è invitato da Francesco Poli a partecipare alla Biennale di scultura di Carrara . Tra il 2009 ed 2010 Colosimo elimina lo spazio fisico istituzionale della galleria per creare una mostra dal titolo “Il silenzio incestuoso della mia ombra ferita” utilizzando le pagine di quattro riviste d’arte : Artforum, Exibart, Mousse e Nero. Rispettivamente nel 2009 e 2010 realizza le performance “Ultimo frammento onirico di un cuore bizantino infranto” presso il Teatro Carignano di Torino, e “Obsoleti cani randagi con un sapore di cenere in bocca” durante il vernissage di Artissima. Nell’estate del 2011, su invito del direttore Laurent Le Bon, presenta l’esposizione personale “L’arte contemporanea raccontata ai bambini” presso il Centre Pompidou-Metz; la stessa mostra viene riproposta l’anno successivo presso La Sucriere di Lione. Nel 2013 per Marble Week di Carrara realizza la mostra “L’arcana profezia delle sette vacche tibetane”. Nel 2014 viene invitato da Maria Teresa Roberto a partecipare con la mostra “Il grande sonno della trapezista” alla sezione Surprise della GAM di Torino; nello stesso anno espone da Riccardo Costantini e a “The Bank” a Torino. Maurizio Cattelan nel novembre 2014 rende omaggio a Colosimo (ed a Hans-Peter Feldmann) incaricando l’artista citazionista Eric Doeringer a creare un ‘installazione con 40.000 dollari presso la scalinata di Palazzo Cavour a Torino sede della mostra “Shit and Die”. Nel 2015 presenta la mostra personale presso la galleria Giacomo Guidi di Roma dal titolo “Resurrezione”; Sempre nel 2015 la mostra di un solo giorno “Il ritorno dell’Uomo Raggio” alla galleria Riccardo Costantini – Torino; nel 2016 negli stessi spazi, la mostra personale “Uneasiness – Elegia del silenzio e del buio” durante la quale realizza la performance “Deposizione”. Inaugurata nell’ottobre del 2017 fino al gennaio 2018, la mostra insieme a Franko B e Cosimo Cavallo “In ostaggio di loro stessi”. Nel 2018 partecipa alla collettiva, a cura di Marco Enrico Giacomelli, “Via del sale 2018”, e viene invitato a realizzare un’opera site-specific al festival Art Sur a La Victoria in Spagna. Nel 2019 è uno degli artisti della mostra “Significato = (parola + simbolo)4” presso GSF Contemporary Art a Torino.
Luisa Bruni
I suoi studi artistici iniziano all’Istituto d’Arte (triennio sez. Oreficeria, biennio sez. Tessuto); dopo essersi diplomata a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Roma in pittura ha frequentato la scuola dell’Arte della Medaglia del Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) dove ha iniziato ad amare la lavorazione della cera, tecnica che utilizza per creare le sue opere in oreficeria. Ha partecipato a varie mostre personali, collettive e fiere sia in Italia che all’estero. Particolarmente significativi sono stati l’invito ad esporre al MAD (Museum of Art and Design) di New York nel 2012, al Padiglione Italia presso lo Shanghai Italian Center in collaborazione con la Triennale di Milano e al Museo del Risorgimento in collaborazione con IPZS nel 2013. Ha ricevuto vari premi per il suo lavoro tra cui “Miglior design innovativo” al Macef 2010 con la serie “PLINK” e il premio internazionale del S.Eligio “Gioielloinarte” con la collana “Horror Vacui” inspirata a Klimt e i suoi pezzi sono inclusi in varie collezioni private tra cui la Olnick-Spanu. Oltre alle riviste prettamente di settore si sono occupate del suo lavoro anche “Arte e Critica”, “Ottagona” ed “Espoarte”.
09.06.2023 - 29.07.2023
opening: 08.06.2023
09.06.2023 - 29.07.2023
h. 18:00
Nel loro insieme, i lavori in mostra costituiscono un lungo racconto dal 2020 a oggi. Tre cicli accomunati dal materiale della carta, dal processo creativo dell’ordito e della trama, con cui costruisce “testi” che esprimono stati emotivi, denunce e racconti, insieme da condividere e da esorcizzare.
Sono serie che testimoniano una vicenda personale e collettiva fatta di arresti e ripartenze, di sgomento e speranza, connotata da una pandemia prima, che ha rivoluzionato, o avrebbe dovuto farlo, la visione del mondo e dei suoi valori, dell’individuo e della comunità, e da una guerra poi.
Il titolo della mostra è un un verso tratto dalla poesia di Mariangela Gualtieri Noi tutti non siamo soli, che sembra tradurre in lirica l’intimo sentire del lavoro di Silvia Beccaria.
L’artista, per istinto, crea vere psicogeografie di carte, con le mani spezza letteralmente la superficie del foglio della pagina, sia essa una cartina, un libro, uno spartito musicale, un disegno. Lo frammenta in striscioline cartacee, segmenti di un nuovo materiale che impasta, che cuce, intreccia e trasforma in filo visivo e narrativo. Silvia strappa, toglie, interrompe. Silenzia la storia ufficiale, di scena, per far emergere altri echi attraverso la mancanza, la frattura. Crea delle interferenze, delle faglie da cui sorgono sussurri, evanescenze, vapori. Ascoltare ciò che manca. L’intesa fra tutto ciò che tace (ancora un verso della poesia di Mariangela Gualtieri). La sua è infatti una ricomposizione, una ricerca di quel materiale invisibile che emerge dagli strappi, dalle trame che scardinano ordini per crearne altri. Ibridi di carte scritte, stampate, dipinte.
Una questione di radici, come quelle delle piante del pianeta, che, occultate dalla crosta terrestre, sono unite in una rete costituita da miceli, una grande comunità interconnessa. Come un ricamo infinito e vitale di elementi in divenire, che accoglie frammenti anche opposti e li ricompone in un disegno universale. A quest’immagine ideale Silvia Beccaria si ispira.
SHORT BIO
Silvia Beccaria vive e lavora a Torino.
E’ un’artista visiva che utilizza l’intreccio come medium espressivo. Dopo una Laurea in Filosofia e un Master in Arteterapia presso l’Università di Torino, ha iniziato un percorso di studi sotto la guida dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs.
Per molti anni ha elaborato progetti didattici utilizzando l’arte come strumento di riabilitazione ed educazione e ha collaborato con il Dipartimento Educazione del Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli.
Il progetto di Silvia prende vita dal senso dell’arte dell’intreccio che contiene, nel suo significato più profondo, il concetto della scrittura e del racconto. Intrecciare è infatti l’arte del comporre una trama così come si fa con la penna su un foglio di carta….
Silvia realizza installazioni e sculture. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche tra cui citiamo: Fondazione Garuzzo, La Castiglia Saluzzo; Collezione civica di Fiber art Trame d’Autore-Città di Chieri; Collezione civica arte contemporanea-Città di Moncalieri.
Ha partecipato a varie mostre in Italia e all’estero, tra le quali: Triennale Design Museum (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino); Casina delle Civette-Musei di Villa Torlonia (Roma); Center for the Arts-Casa Colombo (Jersey City, NJ, USA); Museo delle Mura Aureliane (Roma); Palazzo Collicola-Arti Visive (Spoleto, Perugia); Museo Antiquarium Parra Oppidum degli Orobi, (Parre, Bergamo); Misp-Museo arte del XX e XXI secolo (San Pietroburgo, Russia); Museo del Setificio Piemontese Il Filatoio (Caraglio, Cuneo); Convento São Francisco (Coimbra, Portogallo)
06.05.2023 - 03.06.2023
opening: 05.05.2023
06.05.2023 - 03.06.2023
ore 18
partecipa a OUVERTURE
sabato 6 maggio ore 17 – 23
La galleria Riccardo Costantini Contemporary presenta nei propri spazi “Di sola andata…”, personale di Pierluigi Fresia che torna ad esporre in un solo show a Torino dopo circa dieci anni.
In mostra una serie di lavori fotografici, in buona parte inediti, il cui consueto approccio concettuale rende il lavoro dell’artista singolare e distintivo, arricchito da una eleganza formale che da sempre contraddistingue le sue opere.
Il titolo “Di sola andata…” aiuta a comprendere la progettualità dell’artista che si esplicita, in parte, attraverso il percorso espositivo ma che nel particolare ci offre una gamma ampia di metaletture.
Per uno spunto interpretativo al lavoro di Fresia, ecco un breve estratto del 2021 del curatore Elio Grazioli:
“[…] L’originalità della soluzione individuata da Fresia è quella di aver messo in relazione immagine fotografica e parola in un modo diverso da quanto visto finora, un rapporto al centro di tanta arte dell’ultimo secolo, in particolare da quella detta concettuale in poi. Scrivere dentro l’opera o addirittura sopra l’immagine crea un effetto straniante e strabiliante che egli sa sfruttare al massimo. Un effetto poetico innanzitutto, come una sorta di versione contemporanea dei dipinti orientali con haiku integrato nella composizione. Fresia lo ha saputo portare a un punto particolare in cui le parole, le brevi frasi, sembrano nascere insieme all’immagine, come un pensiero che scaturisce davanti a ciò che l’artista vedeva in quel momento e che ora vediamo noi. Lo scatto fotografico diventa così uno scatto di immagine e pensiero al contempo: ancora una volta ci si permetterà il gioco sull’etimologia della parola “fotografia”, che è proprio “scrittura di luce”, qui dunque in un senso che unisce la scrittura verbale a quella della luce. […]”
I testi della mostra “Di sola andata…” sono dello storico dell’arte Francesco Tedeschi e dell’artista Luca Scarabelli.
18.03.2023 - 29.04.2023
opening: 17.03.2023
18.03.2023 - 29.04.2023
ore 18:00
Il titolo è tratto da una riga di un sonetto poetico di Alda Merini.
Queste le parole dell’autore che descrivono perfettamente il lavoro in mostra:
“Ho immaginato le fotografie degli alberi alla fine degli anni ’80 e tra il 1990 e il 1996 ho realizzato la maggior parte delle tele. Si tratta di fotografie in bianco e nero in grande formato, stampate su tela emulsionata a pennello con una gelatina fotosensibile ai sali d’argento. Spesso sono intervenuto anche sul negativo con delle pennellature di rossetto fotografico per isolare i soggetti dallo sfondo.
Desideravo proporre delle presenze terapeutiche, evocando negli ambienti in cui si abita figure che vivono negli spazi aperti direttamente sotto il cielo. Ancora oggi gli alberi continuano ad attirare la mia attenzione di ritrattista, e ho anche realizzato fotografie di frutti nelle quali converge l’interesse all’elemento naturale con quello dell’alimentazione, che ha condotto e tuttora guida la mia indagine fotografica. Negli anni ho prodotto anche stampe più piccole, con la tecnica del platino palladio. […] ”
Biografia
Simone Casetta è nato a Milano nel 1961, e ha iniziato giovanissimo a lavorare come assistente presso lo studio e nella camera oscura dei fotografi Luciano Ferri e Gianni Greguoli.
Dall’inizio degli anni ’90 l’attività si è concentrata sul reportage sociale, il ritratto e sulla ricerca personale, con la produzione di numerose serie di immagini realizzate in Europa, Romania, Sudan, Ruanda, Zambia, Somalia, Ciad, Kenia, Tanzania, Marocco, Pakistan, Cambogia, Argentina, Costa Rica, Nicaragua.
Ha collaborato e pubblicato con le seguenti testate: Abitare, Amica, Anna, Brigitte Woman, Capital, Corriere della Sera, Der Spiegel, Die Zeit, Domus, Dove, Focus DE, Gente Viaggi, Gioia, Gulliver, Handelsblatt, Insieme, Internazionale, Io Donna, Lei, Le Monde2, Photo Italia, Pubblico, Pubblicità Domani, Quark, Sette, Sportweek, Stern, Travesias, Vogue Gioiello, Vogue Sposa.
Principali esposizioni personale e collettive
– Mostra personale “Poesia in posa” 22 stampe al platino palladio dal Registro Fotografico dei Poeti di Lingua Italiana; Fondazione Pasquinelli, Milano 2022
– Mostra collettiva “Horizons” a cura di Marcello De Masi e Xavier Marocco; Parigi, Ecole La Bonne Graine, Francia 2020
– Mostra personale “Registro Fotografico dei Poeti Italiani”, Pro Grigioni Italiano, Valposchiavo – Poschiavo CH, novembre 2019– Mostra personale “Chios, frontière ouverte ?” mostra a cura di Xavier Marocco e Marcello de Masi, Théâtre Sénart Scène Nationale, Sénart, Francia 2019
– Mostra collettiva “La bellezza resta” a cura di Simona Bartolena; L’Aquila, Chiusa, Italia 2018
– Mostra personale “Fuori Campo” retrospettiva a cura di Xavier Marocco e Marcello de Masi, Galleria HorsChamp, Sivry-Courtry, Francia 2017
– Mostra personale “Ritratti del Poetico” a cura di Martina Biondi, Chiesetta della Villa Gola, Olgiate Molgora 2015
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Galleria Blanchaert, Milano, giugno 2013
– Mostra personale “Fanno finta di non esserci…” – Ferrara, ottobre 2012 – spazio espositivo Dosso Dossi
– Mostra personale “Registro fotografico dei poeti italiani” (presentazione del progetto) Spazio Binario 7, Monza 2012– Mostra personale “Des Nues…”, Galerie HorsChamp, Sivry-Courtry, Francia 2012
– Mostra collettiva “I fotografi guardano Milano”, Galleria Belvedere, Milano 2010
– Mostra collettiva – “West” galleria Westlicht, Vienna, Austria 2009– Mostra personale “La fabbrica del latte” Milano, Brescia, Rezzato, Parma, Modena, Bologna, Ancona, Chiaravalle, Fabriano – Italia 2008-2009
– Mostra collettiva – “I come Infanzia”, Palazzo delle Stelline, Milano Italia 2002
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Galleria Grafio, Prato Italia 2001
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, stampe al platino palladio e a colori, Studio Ciocca, Lugano CH1999
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Luisa via Roma, Firenze Italia 1997
– Mostra personale – Alberi Nature Vive, Spazio Opos Milano Italia 1995– Mostra collettiva – Kodak Cultura “Il ritratto”, Galleria Diaframma Milano Italia 1995
– Mostra personale – Festival Campsirago teatro, Campsirago Italia 1994
17.02.2023 - 11.03.2023
opening: 16.02.2023
17.02.2023 - 11.03.2023
Nell’ambito di Novissimi+, la prima edizione del bando To.Be dedicato alla crescita professionale di artistə emergenti, provenienti da un percorso di formazione presso l’Accademia Albertina di Torino, l’Associazione Ghёddo e Riccardo Costantini Contemporary presentano Possibili gradazioni di profondità, mostra bi-personale di Chen Meiheng e Chiara Milione.
La proposta espositiva, curata dall’Associazione Ghёddo e ospitata negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary si inserisce in un programma più ampio di mostre che prevede la collaborazione tra artistə e spazi d’arte contemporanea del territorio torinese. L’intero progetto è realizzato con il supporto e il patrocinio dell’Accademia Albertina di Torino e della Città di Torino e con il sostegno della Fondazione Venesio.
La mostra trae ispirazione dalle molteplici tonalità espressive scaturite dalle opere grafiche di Chen Meiheng e Chiara Milione. Provenienti da una formazione in grafica d’arte, le artiste lavorano con la xilografia e l’incisione, seguendo un approccio personale e antiaccademico. Accanto a lavori più tradizionalmente grafici, ve ne sono altri dal carattere sperimentale e installativo, che sfidano la superficie bidimensionale e offrono al segno grafico infinite gradazioni di profondità.
Il progetto espositivo è concepito come un omaggio alla grafica d’arte e alle possibilità espressive offerte dal mezzo. Questa disciplina, per il gallerista Riccardo Costantini, cela un coinvolgimento intimo e familiare in ricordo della galleria d’arte Il Torchio, aperta dai suoi genitori negli anni Ottanta a Milano e da lui guidata fino al 2010.
«Questa mostra è un tributo alla storia della mia famiglia, perché i meravigliosi lavori di grafica proposti da Chen e Chiara sono un dolce ritorno alle nobili origini di questo mezzo espressivo, utilizzato dalle due artiste per generare attualissime creazioni di arte contemporanea» – afferma il gallerista.
Biografia artiste
Chen Mehieng [1995] vive e lavora a Torino. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di XI’AN in Cina, suo Paese di origine, si trasferisce in Italia, seguendo il corso di Grafica d’Arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove si diploma nel 2022. L’opera di Mehieng analizza i frammenti del mondo percepito dall’artista, una realtà che è allo stesso tempo comune e intima. Nella sua ricerca multidisciplinare, l’artista tende a prediligere la grafica e l’incisione per la sensibilità del nero e delle linee che si possono ottenere.
Chiara Milione [1997] vive e lavora a Torino, dove sta ultimando gli studi specialistici di Grafica d’Arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti. Livornese di nascita, nel 2016 inizia il suo percorso universitario presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, indirizzo Pittura. Qui inizia a ricercare un proprio linguaggio personale che la porterà ad appassionarsi all’incisione e alla xilografia. Attraverso la sua ricerca espressiva, indaga la natura e il paesaggio, inizialmente con uno sguardo microscopico finalizzato alla comprensione degli elementi circostanti, in seguito con una maggiore attenzione emotiva verso ciò che spesso non viene osservato e di cui non ci si prende cura.
Biografia Associazione Ghёddo
Ghëddo è un’associazione culturale attiva a Torino dal 2021 con l’obiettivo di organizzare progetti culturali per valorizzare e promuovere la giovane arte emergente. L’associazione mira a creare una rete dinamica tra artistə, gallerie e spazi indipendenti del territorio, favorendo esperienze di cooperazione al fine di costruire un legame solidale e generare dinamiche di scambio umano, etico, artistico. Ghëddo è: Stefania Balocco, Francesca Bernardi, Olga Cantini, Chiara Cosentino, Rachele Fassari, Davide Nicastro, Barbara Ruperti.
In occasione dell’inaugurazione sarà possibile degustare un drink proposto da “Sciarada – Bistrò e Miscelati”, ispirato alla mostra.
La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti
Nella project room della galleria, Riccardo Costantini Contemporary presenta la collettiva “La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti“. Il titolo è tratto da un aforisma di Pablo Picasso che così si completa: “… è uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico.” La frase, nella sua completezza, risulta attuale e provocatoria in tempi in cui l’arte in genere, non solo la pittura, viene interpretata molto spesso quale mero mezzo speculativo, perdendo quindi la sua natura più nobile.
I sei artisti in mostra sono stati selezionati fra coloro che già lavorano con la galleria o che esporranno prossimamente
16.12.2022 - 11.02.2023
opening: 15.12.2022
16.12.2022 - 11.02.2023
Per la prima volta Francesco Poli si allontana dal suo ruolo di storico dell’arte e critico ed espone i propri disegni, una serie di opere a pastello su carta metafisico-ironiche. I soggetti dei suoi lavori sono scene di vita quotidiana, dove la figura umana non è necessariamente rappresentata ma è sempre presente. L’apparente semplicità dei temi trattati viene rotta da elementi stranianti, situazioni surreali o divertenti, ad esempio: un libro in un piatto di spaghetti, cumuli di spazzatura, incendi o personaggi in fuga.
Racconti per immagini sono anche i lavori di Nata Rampazzo, disegni e narrazioni parte di Zettel, insieme di storie, pensieri, impressioni. Anche qui il riferimento a scene e ambienti della vita quotidiana si lega a riflessioni sulla società e sui rapporti interpersonali. Zettel è infatti una storia segmentata e ironica, in cui si intrecciano diversi racconti e personaggi semi-reali, una narrazione complessa e immediata.
Un invito all’azione presente nei lavori di entrambi gli artisti, con la scritta “Action this Day” in alcuni lavori di Poli e con il riferimento alla dimensione psico-sociale in Rampazzo, in un’atmosfera sospesa, con storie che rimangono appunto sospese e rimandi tra un lavoro e l’altro.
In occasione della mostra sono state selezione 20 tra le più di 300 illustrazioni di copertina che Nata Rampazzo ha ideato per Editions Mille et une Nuits, creata nel 1993 sul modello italiano di Mille Lire (libretti da mille lire), che sono diventate i soggetti di magliette d’autore realizzate insieme a mots-valise di Paola Ghigo e Laura Piglione.
orari: da mar. a sab. 11:00 – 13:00 | 15:00 – 19:30
28.10.2022 - 10.12.2022
opening: 27.10.2022
28.10.2022 - 10.12.2022
La galleria partecipa a:
TORINO ART GALLERIES NIGHT #25
SABATO 5 NOVEMBRE 2022 ore 17,00 – 24,00
&
TAG Art Coffee Breakfast
venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 novembre dalle ore 9:30 alle ore 12.
“Je ne peins pas les choses mais les différences entre les choses.” (H. Matisse)
(“Io non dipingo le cose ma le differenze tra le cose”)
Simone Stuto (Caltanissetta 1991, vive e lavora a Torino) presenta la sua nuova personale “Les différences entre les choses” negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary a Torino.
La mostra si compone di una serie di nuove opere pittoriche che spesso si ispirano all’iconografia della tradizione, con rimandi a tratti rinascimentali, senza mai perdere le caratteristiche dell’estetica contemporanea. Il risultato spinge l’osservatore a viaggiare fra lo spazio saturo di figure irreali accentuate da un forte dinamismo compositivo, generando un continuo dualismo fra spirito e materia e fra bellezza e mostruosità. Le opere più consuete caratterizzate dal solo disegno, lasciano sempre più spazio alla nuova produzione in cui la pittura e il colore divengono elementi dominanti e dove l’approccio prospettico si allontana dall’impostazione accademica in un prodotto artistico sempre più vicino alla pittura internazionale contemporanea.
Simone Stuto
_______________ENGLISH VERSION
Les différences entre les choses
10.27 | 12.10 2022
opening: Thursday October 27 2022 – 6PM
“Je ne peins pas les choses mais les différences entre les choses.” (H. Matisse)
(“I don’t paint things but the differences between things”)
Simone Stuto (Caltanissetta 1991, eh lives and works in Turin) presents his new solo show “Welcome Painting” at Riccardo Costantini Contemporary gallery in Turin.
The exhibition consists in a series of new paintings that are often inspired by traditional iconography, with references to Renaissance features, without losing the characteristics of contemporary aesthetics.
The result takes the observer to travel between the space saturated with unreal figures accentuated by a strong compositional dynamism, generating a continuous dualism between spirit and matter and between beauty and monstrosity. The most usual works, characterized by the use of drawing on any support, leave more and more room for new production in which painting and color become dominant elements, and where the perspective approach moves away from the academic setting in an artistic product increasingly closer to contemporary international painting.